Proiettili da guerra sui manifestanti: respinta la protesta di Bil’in in onore di Arafat

Ramallah – Ma'an. Le proteste anti-Muro del villaggio di Bil'in (provincia di Ramallah) hanno ricordato questa settimana il sesto anniversario della morte del fondatore di Fatah, e presidente palestinese, Yaser Arafat. 

I dimostranti hanno infatti esposto cartelli che raffiguravano il defunto leader palestinese, mentre diverse personalità di spicco del movimento hanno parlato alla folla. Il corteo è quindi partito dal villaggio dirigendosi verso il Muro di separazione, che separa gli abitanti dal 60% delle loro terre. 

Come ha riferito il comitato popolare locale, all'arrivo della processione le forze israeliane hanno lanciato gas lacrimogeno e sparato proiettili da guerra, il che ha costretto i manifestanti a ritornare al villaggio.

Il giorno precedente, secondo fonti locali, le forze israeliane avevano invaso il piccolo centro per la quinta volta in quattro giorni, sparando in aria proiettili di gomma e arrestando e tenendo in custodia per breve tempo un ragazzo palestinese.

La maggior parte delle incursioni ha visto i soldati perquisire le case e sparare a vuoto, hanno chiarito gli abitanti di Bil'in.

Uno di questi, Ashraf al-Khatib, ha ricevuto una chiamata dagli ufficiali dell'intelligence militare, che gli hanno chiesto di comparire al carcere di Ofer e lo hanno minacciato di mandarlo a cercare nel caso non si fosse presentato: lo hanno riportato le associazioni locali anti-Muro.

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