Imemc e agenzie. I soldati israeliani hanno torturato un ragazzino palestinese detenuto in un centro vicino a al-Khalil (Hebron). Il minore ha riportato che è stato fatto uso di scariche elettriche sul suo corpo, e che i fili gli sono stati collegati ai testicoli. Lo ha riferito Kiert Jorneg, commissario per i Diritti umani nei Territori palestinesi.
Il ragazzo, 15 anni, era stato rapito un mese fa dall'esercito ad al-Khalil, accusato di aver lanciato pietre a un mezzo militare.
L'adolescente è stato soggetto a pestaggi lungo tutto il viaggio verso il centro di detenzione, dove l'interrogatorio e la tortura sono proseguiti, nel tentativo di costringerlo a confessare il reato.
L'interrogato ha però insistito nel negare le accuse, dichiarando di essere stato rapito in strada senza nemmeno sapere perché fosse tenuto in custodia.
Dopo averlo picchiato e non essendo riusciti a estorcergli una “confessione”, i militari hanno usato l'elettricità come mezzo di tortura, probabilmente utilizzando la batteria di un automobile. Ciononostante, la vittima si è rifiutata di riconoscere un gesto che non aveva commesso.
Uno dei soldati gli avrebbe persino detto che una volta finito l'interrogatorio non sarebbe mai potuto diventare padre.
A quel punto, il ragazzo è stato infatti legato a una sedia, dove i fili gli sono stati applicati ai genitali. Il dolore insopportabile lo ha costretto a dire all'”investigatore” che avrebbe confessato tutto ciò che voleva.