Rapporto: il ministero israeliano dell’edilizia abitativa ha progetti precisi per l’area E1

360000CGerusalemme-Ma’an. Secondo un’organizzazione per il controllo degli insediamenti coloniali, il ministero israeliano dell’Edilizia è all’opera per la realizzazione di migliaia di unità abitative sul controverso territorio E1, nonostante la cancellazione dei bandi del 2013.

All’epoca, fu la condanna verso le costruzioni illegali nella zona, ad opera della comunità internazionale, a spingere il primo ministro Benjamin Netanyahu a quella decisione.

Ma l’organizzazione israeliana PeaceNow ha dichiarato domenica scorsa che nel novembre del 2014 il ministero dell’Edilizia avrebbe iniziato “silenziosamente” a pianificare la costruzione di 8.372 unità abitative nell’area E1 e che gli architetti avrebbero già ricevuto l’incarico di lavorare a progetti precedentemente cancellati.

Inevitabilmente, questo condurrebbe a forti tensioni, perché un’espansione edilizia in area E1 determinerebbe l’effettiva divisione della Cisgiordania settentrionale da quella meridionale, rendendo di fatto impossibile la creazione di uno stato palestinese.

Tra i piani del ministero, ci sarebbe anche il condono retroattivo per numerosi insediamenti illegali nei territori occupati e la creazione di una continuità urbana tra i vari insediamenti fino a Gerusalemme.

Secondo PeaceNow, uno dei tanti progetti consiste nella costruzione di 800 unità abitative tra le zone palestinesi di Al-Jibe Biddu, che collegherebbero l’insediamento illegale di Givat Zeev a Gerusalemme, impedendo una potenziale striscia di territorio palestinese che unisca la zona occidentale a quella orientale.

L’organizzazione sostiene che siano già in cantiere mille unità per i Beduini Jahalin, che verrebbero sfollati dall’insediamento illegale di Maale Adumime dall’area E1 per essere trasferiti nel nuovo villaggio.

Stando al rapporto, il Ministero dell’Edilizia sta lavorando anche a progetti per 12.000 unità abitative a Gerusalemme Est Occupata e nella Città vecchia, oltre alle 55.548 case che dovrebbero essere edificate sul versante palestinese del muro di separazione.

Yariv Oppenheimer, direttore generale di Peace Now, ha dichiarato al quotidiano israeliano Haaretz che “Il Governo di Israele non perde tempo e sta investendo decine di milioni di shekel per espandersi e costruire nuovi insediamenti”.

“Lavorano nell’ombra per la creazione di uno stato binazionale”, ha proseguito.

Nel corso di un incontro con il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il mese scorso, il primo ministro israeliano Netanyahu ha sminuito gli insediamenti, definendoli “una questione non centrale” nel conflitto tra Israeliani e Palestinesi.

A suo parere, è il rifiuto da parte dell’Autorità Palestinese di riconoscere Israele come stato ebraico a impedire la creazione di uno Stato Palestinese indipendente.

Ha anche negato che l’espansione dei coloni stia determinando una significativa sottrazione di terra ai danni dei Palestinesi; ha dichiarato che si tratta di un territorio minimo, “forse un decimo dell’1%”.

Netanyahu ha fatto queste dichiarazioni mentre si continua a erodere il territorio palestinese con la costruzione di oltre 200 insediamenti e infrastrutture riservate solo agli israeliani.

Traduzione di Romana Rubeo