Relatrice dell’ONU accusa Israele di abusi sessuali contro le detenute palestinesi

(Foto: Mohammed Asad/Middle East Monitor).

Tel Aviv – MEMO. Israele ha trasformato la Palestina in una “prigione all’aperto” in cui i palestinesi, compresi decine di migliaia di bambini, sono “costantemente confinati, sorvegliati e disciplinati”, secondo Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi.

Durante il suo intervento al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, ha dichiarato che l’occupazione militare israeliana ha detenuto più di 800 mila palestinesi nei Territori Occupati dal 1967 e, dei circa 5 mila palestinesi attualmente mantenuti nelle carceri israeliane, 1.100 sono detenuti senza accuse o processo.

Mentre presentava un rapporto sulla detenzione arbitraria dei palestinesi presso la sede delle Nazioni Unite a Ginevra, in Svizzera, ha affermato che la pratica illegale di imprigionare palestinesi da parte di Israele è “equiparabile a crimini internazionali che richiedono un’indagine urgente da parte del Procuratore della Corte Penale Internazionale”.

“Sotto l’occupazione israeliana, generazioni di palestinesi hanno subito una diffusa e sistematica privazione arbitraria della libertà”, ha aggiunto.

Il rapporto documenta numerosi esempi di prigionieri palestinesi che subiscono una politica sistematica di negligenza medica, confinamento in celle sovraffollate, privazione del sonno e del cibo e gravi percosse durante la custodia militare israeliana.

Il rapporto afferma: “Il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, che si occupa di casi palestinesi fin dal 1992, ha affermato ripetutamente che la diffusa e sistematica privazione arbitraria della libertà può costituire un crimine contro l’umanità”.

Ha spiegato come i palestinesi siano torturati in custodia dopo essere stati dichiarati colpevoli senza prove e detenuti senza accuse o processo, [un processo] noto come detenzione amministrativa. Il rapporto ha inoltre accusato Israele di “perquisizioni invasive, abusi sessuali e minacce” nei confronti delle 29 prigioniere palestinesi attualmente detenute nelle carceri israeliane.

Le Autorità d’occupazione israeliane hanno emesso o rinnovato 1.302 ordini di detenzione amministrativa dall’inizio del 2023, portando il numero di detenuti amministrativi all’interno delle carceri israeliane a 1.200.

Ha colto l’occasione anche per denunciare l’aumento della costruzione e delle attività coloniali che “sembra far parte di un piano” per de-palestinizzare i Territori Occupati. “Un tale piano minaccia l’esistenza stessa dei palestinesi come popolo e gruppo nazionale coeso”, ha aggiunto.

La Relatrice speciale ha invitato i governi a non riconoscere o sostenere le colonie israeliane e a perseguire legalmente coloro che ne sono responsabili.

Ha concluso il suo rapporto affermando: “Un rapporto di 10.700 parole non può descrivere l’entità e l’estensione della privazione arbitraria della libertà nel Territorio palestinese occupato. Non può nemmeno trasmettere la sofferenza di milioni di palestinesi che sono stati, direttamente o indirettamente, coinvolti”.