Report dell’Abspp dal Libano, tra povertà e dignità

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Abspp – Onlus. Beirut, 9 giugno 2015. L’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese – ABSPP onlus – ha effettuato un viaggio nei campi profughi palestinesi a sud di Beirut.

Il programma ha previsto una visita al campo profughi “Burj el-Barajneh”.

All’ingresso è stato da poco inaugurato un centro di accoglienza per gli orfani e disabili del campo profughi: “Al Ghawth – Humanitarian Relief for development society”.
Il progetto è stato reso possibile grazie ai fondi di associazioni umanitarie europee ed internazionali, tra le quali anche Abspp (Italia-Palestina)

La delegazione Abspp è stata accolta dal responsabile del centro per gli orfani e disabili che ci ha dato la possibilità di visitare il centro e le sue attività e programmi.

Si stima che esistano più di 1200 bambini orfani che necessitano di cure e assistenza speciale all’interno del campo.

La delegazione ha incontrato Ahmad, un ragazzo disabile che frequenta regolarmente il centro.

Ahmad ha un età anagrafica di 17 anni in un corpicino di al massimo 7 anni. Non cammina e fa fatica a comunicare. Sorride. L’insegnante che lo segue è una ricercatrice specializzata in psicologia: analizza le conseguenze psicologiche della situazione socio-politica su questi ragazzi. Vanta 20 anni di esperienza a contatto con ragazzi diversamente abili alle spalle. Purtroppo Ahmad non è l’unico che ha bisogno di continua e costante assistenza; il centro ospita altri 17 disabili come lui.

Il terzo piano dell’edificio è stato soprannominato “la casa palestinese”: al suo interno sono esposti lavori ed artigianato palestinese di vario genere. Manufatti in punto croce e ricamati a mano realizzati dalle donne palestinesi del campo profughi Burj el Barajneh e messi in vendita all’interno del centro. Il ricavato andrà a finanziare parte dei progetti a sostegno degli orfani e dei disabili dell’istituto.

Abspp-onlus ha deciso di lanciare un progetto volto a sostenere economicamente, a distanza, 30 orfani che frequentano il centro.

Terminata la visita dell’istituto, ci addentriamo nel campo profughi. La situazione è pessima. Il campo è stato progettato per contenere 10.000 profughi palestinesi del 1948 in un kmq, ma è popolato da più di 25.000 p. Con il passare degli anni, ai profughi palestinesi si sono aggiunti quelli iracheni, egiziani e per ultimi quelli siriani.

Oggi il campo è un ammasso di costruzioni una sopra l’altra che rischiano di crollare in ogni momento. Percorriamo queste vie strettissime nella penombra eppure è pieno giorno ed il sole splende alto nel cielo, ma chi vive a Burj el Barajneh non si può avere il lusso di vivere nella luce. Continuiamo a camminare in questi vicoli strettissimi, una fitta rete di fili elettrici ammassati penzolano per i vicoli. Molti sono i fili scoperti, dobbiamo fare attenzione schivandoli per non prendere la scossa.

La nostra guida ci racconta che in un solo giorno sono morte 13 persone contemporaneamente a causa dell’elettroshock subito da un cavo elettrico difettoso. Purtroppo la gente del campo è costretta a vivere in questo modo, installando sistemi elettrici abusivi, in quanto sia le risorse idriche che l’energia elettrica sono disponibili solo qualche ora al dì. Il Libano è uno di quegli stati che nel 1951 si rifiutarono di firmare e sottoscrivere la carta per lo stato dei rifugiati. Per questo motivo non è tenuto a disporre mezzi per eventuali tutele. Rimaniamo colpiti dai rifugiati che popolano Burj el Barajneh.

Incontriamo una signora anziana che sta tagliando della verdura per strada. Ci trasmette tanta pazienza e ci congeda regalandoci un bellissimo sorriso. La gente del campo sopporta con costanza e perseveranza, nonostante tutto. Un gruppo di bambini piccoli  corrono lungo questi vicoli angusti e buii a piedi nudi tra pozzanghere e cavi elettrici. Lasciamo il campo di Burj el Barajneh cosí, con questa immagine nei nostri occhi: tra la paura che molti altri bambini dovranno perdere la vita prima che il mondo si accorga della loro esistenza, e la speranza che il mite sorriso sul volto di quella anziana signora non muoia mai.

ABSPP-Onlus Italia,

Beirut / Giugno ’15 

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