Rompendo il silenzio strategico, Nasrallah ne approfitta per ricordare che Israele è più debole di una ragnatela

Beirut-PressTv. Di Shabbir Rizvi. Venerdì, milioni di persone in tutto il mondo si sono sintonizzate per ascoltare il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, pronunciare un discorso tanto atteso dopo quasi un mese di silenzio strategico nel corso dell’operazione “Ciclone di Al-Aqsa”.

Il leader di Hezbollah, con il suo tipico linguaggio, ha parlato degli eventi in corso nella Striscia di Gaza assediata e ha promesso che tutte le opzioni sono sul tavolo se il regime israeliano e i suoi sostenitori a Washington insistono nel continuare la loro aggressione spudorata contro i 2,2 milioni di abitanti dell’area.

L’atteso discorso è stato trasmesso in diretta mondiale mentre molte migliaia di persone, sostenitori della causa palestinese, vi hanno assistito dopo essersi radunate nella capitale libanese, Beirut.

Il discorso di Nasrallah ha già causato preoccupazione nelle capitali occidentali, mentre il movimento di resistenza Hezbollah ha già inferto colpi devastanti alle forze israeliane al confine settentrionale della Palestina occupata.

Il leader di Hezbollah ha iniziato il suo discorso con una riflessione sull’orribile perdita di vite umane dovuta alla campagna genocida dell’occupazione israeliana a Gaza, iniziata il 7 ottobre, e che finora ha ucciso oltre 10.000 palestinesi, più della metà dei quali donne e bambini.

Esprimendo le sue condoglianze alle famiglie in lutto, Nasrallah ha citato il Corano, dicendo: “Coloro che sono stati martirizzati per la causa di Allah non sono morti, anzi, sono vivi e felici con il loro Signore”.

Dopo aver reso omaggio ai combattenti martiri della resistenza, ha riassunto gli eventi dell’Operazione “Ciclone di Al-Aqsa” (conosciuta anche come Alluvione di Al-Aqsa, Al-Aqsa Flood, Al-Aqsa Storm).

Il leader di Hezbollah ha affermato che l’operazione in corso contro il regime occupante è “al 100% palestinese” ed è stata pianificata in totale segretezza senza che nessun altro gruppo di resistenza presente nella regione ne fosse a conoscenza.

Dall’inizio dell’operazione, il 7 ottobre, i dirigenti sionisti hanno accusato l’Iran, ed Hezbollah in particolare, di aver collaborato con il gruppo della resistenza palestinese Hamas nella pianificazione dell’operazione.

Questo gioco delle responsabilità è stato creato per mitigare il fatto che l’operazione ha messo in luce il fallimento dell’intelligence israeliana, sfatando il mito dell’invincibilità militare del regime.

“La comunità internazionale continua a menzionare l’Iran e i suoi piani militari, ma l’attacco del 7 ottobre è stata un’operazione palestinese al 100%, pianificata ed eseguita da palestinesi per la causa palestinese, non ha alcuna relazione con alcuna questione internazionale o regionale”, ha dichiarato Nasrallah.

Il nocciolo della questione, come brevemente esposto dal capo di Hezbollah nel discorso di venerdì, è che Hamas e la resistenza palestinese da soli hanno umiliato il regime israeliano.

“L’operazione Al-Aqsa Flood ha ulteriormente messo in luce la debolezza e la fragilità dell’entità israeliana”, ha detto Nasrallah, invocando la sua iconica descrizione del regime israeliano come “più debole di una ragnatela”.

Il leader di Hezbollah ha denunciato il principale architetto delle sofferenze della Palestina: gli Stati Uniti.

“Washington è interamente responsabile della guerra in corso a Gaza, mentre ‘Israele’ è semplicemente uno strumento per la sua esecuzione”, ha affermato Nasrallah senza mezzi termini.

Per decenni, Israele è stato in grado di commettere atrocità su atrocità contro i palestinesi grazie al continuo sostegno politico degli Stati Uniti, nonché ai finanziamenti annuali di oltre tre miliardi di dollari.

Nasrallah ha osservato che, oltre a questa somma, Israele ha richiesto altri 10 miliardi di dollari agli Stati Uniti dopo che il regime è stato umiliato il 7 ottobre – evidenziando che la sopravvivenza dell’occupazione è direttamente collegata alla volontà di Washington di mantenerla a galla, sia finanziariamente che politicamente.

Dall’inizio della campagna di bombardamenti indiscriminati su Gaza, i media mainstream e le forze politiche degli Stati Uniti sono stati occupati a pieno regime nel diffondere le narrazioni sioniste, nonostante negli USA vi sia una diffusa condanna pubblica del regime occupante.

Nasrallah ha anche osservato che la posizione degli Stati Uniti come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha impedito che venisse fermata l’aggressione israeliana.

Questa formulazione è importante: chiedere un “cessate il fuoco” sottintende che entrambe le parti debbano abbassare le armi come se fosse una partita alla pari. Il leader di Hezbollah ha però osservato che si tratta di un’aggressione asimmetrica contro Gaza per la quale ha attribuito la colpa all’insistenza di Washington nel sostenere l’aggressione israeliana.

Nasrallah ha anche sottolineato che questa aggressione è una punizione collettiva codarda inflitta agli abitanti di Gaza poiché il regime di occupazione non è riuscito a vincere contro Hamas e gli altri gruppi della resistenza negli scontri faccia a faccia.

Collegandosi al ruolo diretto che gli Stati Uniti hanno nel sostenere i brutali massacri del regime israeliano, Nasrallah ha accennato alle fazioni della resistenza irachena – che hanno preso di mira le basi statunitensi nell’Iraq e in Siria occupati – definendo i loro sforzi come atti legittimi e coraggiosi di solidarietà per la causa palestinese.

Lo stesso ha fatto con l’impegno della resistenza yemenita – che ha dichiarato apertamente e inequivocabilmente il suo sostegno militare alla Palestina, arrivando addirittura a lanciare direttamente razzi e droni contro obiettivi israeliani.

Il capo di Hezbollah ha anche invitato gli altri stati arabi che stanno ritardando nell’adottare misure concrete per punire Israele, affermando che le condanne da sole non sono sufficienti per sostenere la Palestina.

Per il regime israeliano, questi legami mettono a nudo l’umiliazione degli occupanti: dimostrano che senza il sostegno americano, l’illegittimo regime sionista sarebbe completamente isolato e lasciato morire.

La sua inettitudine ha raggiunto un livello di umiliazione che ha costretto gli Stati Uniti ad inviare portaerei e consiglieri militari per aiutarli a gestire la loro situazione disastrosa. Questi sono i segni di un regime insostenibile.

Nasrallah lo ha detto chiaramente, delineando quali sono gli obiettivi immediati: fine dell’aggressione contro la Striscia di Gaza assediata e vittoria decisiva di Hamas sul regime di occupazione.

Con questa dichiarazione, Nasrallah ha affermato l’impegno di Hezbollah a sostenere la resistenza palestinese. Ha dichiarato che il coinvolgimento ufficiale del movimento libanese nella guerra è iniziato immediatamente dopo il lancio dell’operazione Ciclone di Al-Aqsa, creando un fronte strategico nel nord della Palestina.

Questo fronte giocherà un ruolo chiave poiché sottrarrà significative risorse militari al regime sionista dalle operazioni di terra, sia a Gaza che in Cisgiordania verso il confine settentrionale, un’area dove Israele è stato sconfitto più volte da Hezbollah.

Per anni le truppe sioniste hanno evitato uno scontro diretto con Hezbollah al confine meridionale del Libano. Ora sono costretti ad impegnarsi, ma alle condizioni stabilite da Hezbollah.

Fin dall’inizio dell’operazione, Hezbollah ha sferrato colpi di arma da fuoco alle forze israeliane. Oltre all’utilizzo di ATGM (Anti-Tank Guided Missiles) e mortai per distruggere carri armati e siti israeliani, ha rivendicato con successo un certo numero di soldati israeliani uccisi nelle azione, oltre alla distruzione di droni di sorveglianza e dispositivi radar.

Alla vigilia del discorso, Hezbollah ha lanciato un attacco missilistico coordinato su diversi siti dell’occupazione. Si è trattato della più grande raffica di razzi contro l’occupazione da parte della resistenza libanese in oltre un decennio.

L’insistenza di Nasrallah nel costringere le forze israeliane al confine meridionale del Libano non è solo un atto di solidarietà con la resistenza di Gaza, ma dimostra anche la validità del suo punto: i sionisti hanno un disperato bisogno degli americani.

“Le vostre flotte non ci spaventano, né lo hanno mai fatto, e siamo pronti a fronteggiarle”, ha detto, rivolgendosi alla leadership politica e militare americana.

Nasrallah ha chiarito con enfasi che Hezbollah è preparato a tutte le circostanze e a tutti gli scenari, compreso quello di una guerra regionale, se gli Stati Uniti insistono nel volerla provocare.

“Chi vuole impedire una guerra regionale deve affrettarsi a fermare questa aggressione”, ha dichiarato.

Il leader di Hezbollah ha utilizzato questo discorso per dimostrare la sua strategia “scacchi, non dama”. Ben consapevole del ruolo di Washington, ha promesso ritorsioni risolutive se Washington interverrà ulteriormente.

Ha anche sfruttato questa opportunità per rafforzare il concetto della dipendenza e della fragilità di Israele – non possono affrontare Hamas da soli e hanno bisogno che gli Stati Uniti forniscano copertura – politicamente, militarmente e finanziariamente.

Nasrallah sa che questa battaglia richiede tenacia e pazienza – e la chiave sono la continuità della resistenza e la sua tenacia. Il tempo non è un alleato del regime di occupazione, poiché sta perdendo sostegno politico ad ogni massacro commesso nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata.

Hamas ha affermato di essere pronto per “una lunga battaglia”. I video che circolano sui social media mostrano, un’immagine dopo l’altra, Hamas che tende imboscate alle forze di terra israeliane, distruggendo carri armati con operazioni “mordi e fuggi”. Il fallimento dell’operazione di terra israeliana è già costato al regime molte unità di élite.

Nasrallah ha paragonato queste battaglie alla guerra di Hezbollah contro il regime sionista nel 2006, che ha mandato in frantumi l’illusione dell’invincibilità del regime.

Concludendo con toni alti, Nasrallah ha affermato che Gaza “sarà vittoriosa” e la Palestina “ne uscirà vincente”.

Hezbollah, in linea con il discorso, giocherà un ruolo fondamentale nel garantire che il regime sionista affronti una sconfitta decisiva a Gaza. Attirare l’attenzione di Israele verso nord rivolgendosi direttamente a Washington è un calcolo strategico – un calcolo in cui Israele sarà costretto a combattere Hamas e ad ammettere la sconfitta.

Nasrallah, nel modo impareggiabile che lo contraddistingue, ha dimostrato ancora una volta, e definitivamente, che Israele, nonostante tutta la sua abilità tecnologica e il sostegno politico degli Stati Uniti, è più debole di una ragnatela.

Shabbir Rizvi

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi