Russia: Lavrov riceve ministri di paesi arabi e musulmani per discutere la guerra su Gaza

Mosca. Martedì, a Mosca, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha incontrato per colloqui i suoi omologhi dei Paesi arabi e a maggioranza musulmana per discutere della guerra genocida di Israele contro la Striscia di Gaza.

La riunione dei membri del Comitato ministeriale nato dal Vertice arabo-islamico è composta dal vice primo ministro giordano e ministro degli Affari esteri e degli espatri Ayman Safadi, dai ministri degli Esteri di Egitto, Palestina e Indonesia e dal segretario generale dell’Organizzazione della cooperazione islamica, Hussein Ibrahim Taha.

Al-Arabiya riporta che la Russia, che in passato ha mantenuto stretti legami con Israele, ha assunto “una posizione cautamente filo-palestinese” dallo scoppio del genocidio a Gaza, “rimproverando Israele per le vittime civili e ribadendo il suo sostegno di lunga data ad uno Stato palestinese”.

Lunedì la delegazione, insieme al ministro degli Esteri saudita principe Faisal Bin Farhan, ha svolto un incontro simile a Pechino con il massimo diplomatico cinese Wang Yi, dove ha chiesto un cessate il fuoco urgente.

“La comunità internazionale deve agire con urgenza, adottando misure efficaci per evitare che questa tragedia si diffonda. La Cina è fermamente a favore della giustizia e dell’equità in questo conflitto”, ha detto Wang ai ministri in visita nelle osservazioni di apertura dei colloqui.

Il principe saudita Faisal ha detto: “Il messaggio è chiaro: la guerra deve cessare immediatamente, dobbiamo passare subito ad un cessate il fuoco ed i materiali di soccorso e gli aiuti devono entrare immediatamente”.

Da questo mese la Cina ha assunto la presidenza di turno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Oltre agli incontri a Pechino e a Mosca, la delegazione congiunta arabo-OIC intende incontrare i funzionari che rappresentano gli altri tre membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Si spera che possano essere esercitate pressioni sugli Stati occidentali affinché respingano la giustificazione di “autodifesa” di Israele per le sue azioni genocide contro i palestinesi.

(Fonti: Wafa, MEMO, Quds Press).