Cina: una delegazione araba e musulmana chiede la fine della guerra di Gaza

Pechino. I ministri arabi e musulmani hanno chiesto lunedì un cessate il fuoco immediato a Gaza, mentre la loro delegazione si è recata a Pechino per la prima tappa di un tour volto a fare pressioni per la fine delle ostilità e per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari nella devastata enclave palestinese. Secondo la Reuters la delegazione incontrerà i funzionari che rappresentano i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La delegazione sta anche premendo sull’Occidente affinché respinga la giustificazione di Israele delle sue azioni contro i palestinesi come “auto-difesa”.

I diplomatici che lunedì si sono incontrati con l’alto funzionario cinese Wang Yi provengono, tra gli altri, da Arabia Saudita, Giordania, Egitto, Indonesia, Palestina e Organizzazione della Cooperazione Islamica. “Siamo qui per inviare un chiaro segnale: dobbiamo fermare immediatamente gli attacchi e le uccisioni, dobbiamo consegnare immediatamente aiuti umanitari a Gaza”, ha dichiarato il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal Bin Farhan Al-Saud.

Il vertice straordinario congiunto islamo-arabo tenutosi a Riad questo mese ha anche sollecitato la Corte Penale Internazionale ad indagare sui “crimini di guerra e contro l’umanità che Israele sta commettendo” nei territori palestinesi. L’Arabia Saudita ha cercato di fare pressione su Stati Uniti e Israele per la fine delle ostilità a Gaza e il principe ereditario Mohammed Bin Salman, governante de facto del regno, ha riunito i leader arabi e musulmani per rafforzare questo messaggio.

Nei commenti pubblicati dal suo ministero su X, il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry ha detto al suo omologo cinese: “Ci aspettiamo un ruolo maggiore da parte di grandi potenze come la Cina per fermare gli attacchi contro i palestinesi nella Striscia di Gaza. Purtroppo, ci sono grandi Paesi che danno copertura agli attuali attacchi israeliani”.

L’ambasciatore israeliano a Pechino Irit Ben-Abba ha detto ai giornalisti stranieri durante un briefing lunedì che sperava che durante questa visita non ci fossero “dichiarazioni su un cessate il fuoco, non è questo il momento”. Ha detto che Israele spera che la delegazione parli anche degli ostaggi catturati da Hamas “chiedendo il loro rilascio immediato senza precondizioni”, e aggiungendo che le parti coinvolte dovrebbero parlare insieme sul “ruolo dell’Egitto nel facilitare l’assistenza umanitaria”. Gli osservatori hanno sottolineato che Israele detiene migliaia di palestinesi senza accusa né processo, con centinaia di arrestati nella Cisgiordania occupata, dal 7 ottobre.

Dall’inizio delle ostilità (ultime di una lunga serie) – la questione non è iniziata il 7 ottobre, l’incursione di Hamas ha avuto luogo nel contesto di 75 anni di occupazione israeliana e di pulizia etnica della Palestina e del suo popolo – il ministero degli Esteri cinese si è ripetutamente astenuto dal condannare il movimento di resistenza, chiedendo invece una de-escalation e che Israele e Palestina perseguano una “soluzione a due Stati” per una Palestina indipendente.

Wang ha dichiarato che Pechino è un “buon amico e fratello dei Paesi arabi e musulmani”, aggiungendo di aver “sempre sostenuto fermamente la giusta causa del popolo palestinese per ripristinare i suoi legittimi diritti e interessi nazionali”.

L’inviato speciale della Cina per il Medio Oriente, Zhai Jun, nell’ultimo anno ha incontrato funzionari di Israele e dell’Autorità Palestinese – che governa nella Cisgiordania occupata – nonché della Lega Araba e dell’Unione Europea per discutere di una soluzione a due Stati e del riconoscimento della Palestina alle Nazioni Unite.

(Fonte: MEMO).

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi