Segregazione etnica per gli autobus: “esempio lampante di razzismo”

Betlemme – Ma’an. Martedì 27 novembre, un’organizzazione israeliana per la difesa dei diritti umani ha duramente condannato il piano del ministero dei trasporti di Tel Aviv finalizzato allo sdoppiamento delle linee di autotrasporti pubblici: una per gli israeliani ed una per i palestinesi.

“La polizia israeliana, su precisa richiesta dei coloni, ha già cominciato a far scendere dagli autobus i palestinesi che vi salgono”, ha riportato martedì il quotidiano israeliano Haaretz.

Un riservista dell’esercito israeliano ha dichiarato a Haaretz che le forze israeliane di stanza a Salfit hanno intimato ai palestinesi di scendere dagli autobus, costringendoli a camminare per miglia prima di riuscire a trovare dei taxi.

“La volontà di realizzare un sistema di segregazione sui trasporti pubblici è evidente e le giustificazioni facenti appello a ‘necessità di sicurezza’ non possono mascherare quello che è un vero e proprio atto di razzismo”, ha dichiarato il direttore esecutivo di B’Tselem Jessica Montell.

Il sindaco dell’insediamento, Ron Nachman, ha scritto sul proprio profilo facebook che sta lavorando di concerto con i militari per impedire ai palestinesi di salire sugli autobus in partenza per Ariel.

“Tutti ci stiamo impegnando per porre fine a questo problema, che sta causando gravi disagi alla nostra gente”, ha aggiunto.

Uno dei commenti in risposta a tale pubblicazione recita: “Fiinalmente anche tu ti sei accorto che i nostri autobus sono zeppi di arabi”. In altri i palestinesi sono definiti “terroristi” o “scimmie”.