Storia di Gaza: Conquistatori, risveglio e rinascita

MEMO. Di Ramzy Baroud. Chi non conosce Gaza e la sua storia è probabile che associ sempre Gaza alla distruzione, alle macerie e al genocidio israeliano.

E non si può certo biasimarli. Il 3 novembre, il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite e la Commissione Economica e Sociale delle Nazioni Unite per l’Asia occidentale (ESCWA) hanno annunciato che il 45% delle unità abitative di Gaza sono state distrutte o danneggiate dall’inizio dell’ultima aggressione israeliana su Gaza.

Ma la storia di Gaza è anche una storia di grandi civiltà, oltre che una storia di rinascita.

Poco prima della guerra, precisamente il 23 settembre, gli archeologi di Gaza avevano annunciato di aver portato alla luce quattro tombe di epoca romana nella città di Gaza. Tra queste, “due bare di piombo, una delicatamente scolpita con motivi raffiguranti il raccolto e l’altra con delfini che scivolano nell’acqua”, ha riferito ARTNews.

Secondo gli archeologi palestinesi e francesi, si tratta di tombe di epoca romana risalenti a 2.000 anni fa.

Il ritrovamento era stato preceduto, a luglio, da qualcosa di ancora più sorprendente: un’importante scoperta archeologica, di almeno 125 tombe, la maggior parte con scheletri ancora intatti, insieme a due rarissimi sarcofagi di piombo.

Si può pensare che questi importanti ritrovamenti archeologici siano eventi isolati, ma non è così.

In effetti, Gaza esiste non solo da centinaia di anni, ma addirittura da migliaia di anni prima della distruzione della moderna patria palestinese durante la Nakba, delle guerre successive e di tutte le notizie che associano Gaza solo alla violenza.

Sono cresciuto nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza. Da bambino sapevo che a Nuseirat era successo qualcosa di straordinario, ma non ne apprezzavo appieno il valore e le profonde radici storiche.

Per anni ho scalato la Tell el-Ajjul – la collina dei vitelli – situata a nord-est di Nuseirat, nascosta tra la spiaggia e la valle di Gaza, per cercare il Sahatit, un termine che usavamo per definire qualsiasi moneta antica.

Raccoglievamo i pezzi di metallo arrugginiti e spesso scalfiti e li portavamo a casa, sapendo poco del valore di questi particolari reperti. Regalavo sempre i miei tesori a mia madre, che li conservava in un piccolo cassetto di legno costruito all’interno della sua macchina da cucire Singer.

Penso ancora a quel tesoro che deve essere stato gettato via dopo la morte prematura di mia madre. Solo ora mi rendo conto che si trattava di monete degli Hyksos, romane e bizantine.

Quando la mamma strofinava diligentemente il Sahatit con succo di limone e aceto, apparivano le misteriose scritte e simboli latini e altre teste coronate dei grandi re del passato. Sapevo che questi pezzi antichi erano stati usati dalla nostra gente che abitava questa terra da tempo immemorabile.

La regione su cui è stata costruita Nuseirat era abitata dagli antichi Cananei, la cui presenza è ancora percepibile attraverso i numerosi ritrovamenti archeologici in tutta la Palestina storica.

Ciò che rende Nuseirat particolarmente unica è la sua centralità geografica nella regione di Gaza, la sua posizione strategica sulla costa di Gaza e la sua topografia unica. Le aree relativamente collinari a ovest di Nuseirat e il fatto che comprende la Valle di Gaza hanno reso Nuseirat abitabile dall’antichità fino ad oggi.

Le testimonianze delle civiltà Hyksos, romana, bizantina, islamica e di altre che hanno abitato la regione per migliaia di anni testimoniano l’importanza storica dell’area.

Quando gli Hyksos dominavano la Palestina durante il periodo della II Media Età del Bronzo (circa 2000-1500 a.C.), costruirono una grande civiltà che si estendeva dall’Egitto alla Siria.

La dinastia Hyksos era talmente potente che estese la sua giurisdizione all’Antico Egitto, rimanendovi fino a quando non fu scacciata dai Popoli del Mare. Sebbene gli Hyksos siano stati sconfitti, hanno lasciato palazzi, templi, trincee di difesa e vari monumenti, il più grande dei quali si trova nella regione centrale di Gaza, in particolare nel punto di partenza della Valle di Gaza.

Così come la Collina dei Vitelli, Tell Umm el-‘Amr – o Collina di Umm el-‘Amr – era la sede di un’antica città cristiana, con un grande complesso monastico, comprendente cinque chiese, abitazioni, bagni, mosaici geometrici, una grande cripta e altro ancora.

La scoperta di Tell Umm el-‘Amr è recente. Secondo il World’s Monuments Fund (WMF), questa città cristiana fu abbandonata dopo un grave terremoto che colpì la regione nel VII secolo. Il processo di scavo è iniziato nel 1999 e nel 2010 è iniziata una campagna di conservazione più importante.

Nel 2018 è cominciato il restauro dello stesso monastero. La scoperta del monastero di Sant’Ilarione è uno dei più preziosi ritrovamenti archeologici degli ultimi anni, non solo nella regione costiera meridionale di Gaza, ma in tutto il Medio Oriente.

C’è anche il cimitero di Shobani, nascosto in riva al mare e situato vicino all’ingresso occidentale di Nuseirat, il Tell Abu-Hussein nella parte nord-occidentale del campo, anch’esso nei pressi del mare, insieme ad altri siti che sono di grande importanza per il passato storico di Nuseirat.

Uno studioso di storia di Gaza mi ha detto che è quasi certo che Tell Abu Hussein fosse in qualche modo collegato alla campagna militare del sultano Salah Ad-Din Al-Ayyubi in Palestina, che alla fine sconfisse ed espulse i crociati dalla regione nel 1187.

La storia del mio vecchio campo profughi è essenzialmente la storia di tutta Gaza, un luogo che ha giocato un ruolo significativo nel plasmare la storia antica e moderna, la sua geopolitica e i suoi momenti tragici e trionfali.

Quello che sta accadendo ora a Gaza non è che un episodio, traumatico e determinante, ma comunque un semplice capitolo della storia di un popolo che ha dimostrato di essere longevo e resistente come la storia stessa.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi