Tregua nella Striscia di Gaza, il governo Hamas chiede il rispetto del cessate il fuoco alle brigate della resistenza e a Israele.

 Gaza – Infopal. La tregua tra la Striscia di Gaza e Israele è ormai in forse. Le forze di occupazione israeliane l’hanno violata ben 15 volte, e anche le brigate al-Quds, ala militare del Jihad islamico, e le brigate al-Aqsa, ala militare di Fatah, non sono state in grado di rispettarla, lanciando razzi contro cittadine israeliane lungo il confine con la Striscia.

  Dunque, le dinamiche sono sempre simili e conseguenti a se stesse. Le due brigate della resistenza palestinese non sono state in grado di evitare di reagire alle prevedibili e puntuali provocazioni israeliane – appunto, le numerose violazioni quotidiane alla tregua, iniziata giovedì 19 giugno, e l’assassinio brutale di due giovani di Nablus.

Che Israele avrebbe fatto di tutto per scatenare le reazioni delle fazioni palestinesi, per poi dire che gli accordi non sono più validi, era del tutto prevedibile, come forse lo erano le rappresaglie delle varie brigate.

Pragmatismo e tregua

 In questi giorni, il governo Hamas della Striscia di Gaza continua a richiamare agli accordi nazionali per la tregua e all’"interesse generale" del popolo palestinese: un invito alle fazioni a non violare la calma offuscando la seppur debole possibilità che Israele sollevi davvero l’assedio contro un milione e mezzo di palestinesi.

Hamas ha messo in guardia le fazioni della resistenza sul fatto che chi agisce contro il consenso nazionale, che ha portato alla tregua, "sarà ritenuto responsabile davanti al popolo e alla legge". E si è rivolto alle autorità egiziane affinché intervengano contro "coloro che tentano di sabotare il cessate il fuoco per portare avanti proprie agende politiche".

In un comunicato stampa, il portavoce del governo Hamas, Taher an-Nunu, ha avvertito che "lavorare per interessi ristretti e di parte, o tentare di mettere in relazione i conflitti interni palestinesi al rispetto della tregua, che deve portare alla fine dell’assedio, giova all’occupazione israeliana e viola gli alti interessi nazionali palestinesi".

An-Nunu ha anche aggiunto che il perdurare della chiusura dei valichi, da parte di Israele, è una chiara violazione degli accordi di cessate il fuoco. E ha chiesto all’Egitto di esercitare pressioni per convincere il governo di Tel Aviv a rispettarli riaprendo tutti i passaggi.

Le brigate e il cessate il fuoco

Le brigate al-Aqsa, ala militare di Fatah, hanno dichiarato che il lancio di razzi contro obiettivi israeliani, avvenuto ieri, intende far sapere a Israele che "la resistenza palestinese non starà ferma a guardare le violazioni israeliane". Le brigate hanno chiesto di rivedere gli accordi di tregua, includendovi anche la Cisgiordania.

Le al-Aqsa hanno criticato la presa di posizione di Hamas contro il lancio di missili artigianali: "Noi non temiamo altri se non Dio, e non imporremo il nostro progetto ai palestinesi e alla loro coraggiosa resistenza". E hanno aggiunto che le dichiarazioni di an-Nunu, "servono solo all’occupazione israeliana".

Da parte sua, il portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri ha puntato il dito contro Ramallah, dicendo che i "partiti muovono e guidano questo gruppo", e ha aggiunto che Hamas "riterrà i partiti dietro le brigate al-Aqsa pienamente responsabili, insieme a Israele, dell’assedio in corso contro Gaza".

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