Un lettore ci scrive: InfoPal si vergogni a parlare male di coloni e soldati israeliani

Un nostro affezionato lettore, gran sostenitore di Israele, ci scrive quasi tutti i giorni per insultarci, poiché non gli garbano le notizie che noi pubblichiamo e il nostro modo di comunicarle.

Il signore in questione sostiene che parlare di coloni che “assaltano” la moschea di al-Aqsa, di soldati israeliani che “aggrediscono”, “invadono”, “prendono d’assalto”, “attaccano”, ecc., persone e luoghi palestinesi sia del tutto errato, addirittura a livello “linguistico”.  Da qui, il nostro solerte lettore, che in italiano peraltro non brilla, parte per le bordate varie contro InfoPal e la sua “non professionalità”.

Potremmo, prendendo spunto dai suoi “preziosi suggerimenti”, iniziare a parlare di coloni che entrano e passeggiano gentilmente nelle moschee palestinesi (previo permesso, s’intende); di soldati che bussano alle porte delle case, chiedono permesso, offrono dei doni ai bambini, prima di arrestarli, altrettanto pacatamente; di check-point come di giardini paradisiaci, dove i palestinesi si riposano; di detenuti coccolati dai carcerieri; di carri armati che entrano a Gaza per mettere in ordine i campi e gli orti; di fucili puntati da cui escono rose; di cannonate che lanciano confetti; di F16 che buttano giù aquiloni per i bambini, e via dicendo. La fantasia del nostro lettore, nella sua visione idilliaca di Israele come unica Democrazia e Civiltà del Vicino e Medio Oriente, sarebbe appagata. Con buona pace di tutti gli stolti.

Angela Lano