Una storia di un arresto violento e di torture ai danni di un minorenne palestinese da parte dei soldati israeliani

Una storia di un arresto violento e di torture ai danni di un minorenne palestinese da parte dei soldati israeliani

Ramallah. L’Autorità per gli Affari dei prigionieri ed ex-prigionieri ha rivelato martedì, citando l’avvocato Heba Agbariya, che l’adolescente prigioniero Muhammad Salaymeh (16 anni), della città di Silwan, nella Gerusalemme occupata, è stato duramente picchiato durante il suo arresto da parte delle forze d’occupazione israeliane.

La Commissione ha dichiarato in un comunicato che “erano in atto scontri tra i giovani ed i soldati di occupazione, e all’improvviso diversi agenti sotto copertura hanno attaccato Salaymeh, gettandolo a terra, per poi iniziare a picchiarlo violentemente con le mani e la le scarpe, su tutto il corpo e la testa. Poi gli hanno legato le mani e lo hanno bendato”. Hanno continuato a picchiarlo ed un soldato lo ha strangolato”.

Ha aggiunto: “Salaymeh soffre di forti dolori in tutto il corpo a causa delle percosse subite durante l’arresto. Lamenta un dolore molto forte al piede sinistro e non riesce a muoverlo, oltre ad aver riportato una profonda ferita alla mano ed il naso rotto”.

La Commissione ha proseguito: “Tre degli agenti sotto copertura lo hanno trascinato a terra e lo hanno violentemente gettato nella loro auto, dove uno di loro lo ha afferrato per il collo e gli ha sbattuto la testa sull’acciaio dell’auto più volte. Poi è stato trasferito in un vicino campo militare, dopodiché è stato consegnato alla polizia e messo in una stanza”.

Lo hanno costretto a inginocchiarsi, nonostante il forte dolore al ginocchio. Lo hanno interrogato, ma il ragazzo non era in grado di rispondere alle domande a causa delle sue difficili condizioni di salute. L’inquirente ha quindi chiamato un’ambulanza e quando i paramedici sono arrivati, sono entrati nella stanza delle indagini e si sono limitati a prestargli il primo soccorso, nonostante il suo urgente bisogno di cure immediate.

“L’interrogatorio è andato avanti e il prigioniero è stato interrogato tre volte nello stesso giorno, poi è stato trasferito al centro interrogatori di al-Maskobiyya, dove è rimasto per 8 giorni […]. Ha cercato più di una volta di spiegare ai carcerieri che aveva bisogno di cure e che stava soffrendo molto, ma loro non se ne sono interessati”.

L’autorità ha indicato che dopo otto giorni è stato trasferito in detenzione domiciliare. È rimasto ai domiciliari per circa 3 mesi, dopodiché è stato trasferito in detenzione effettiva, per poi essere trasferito nel carcere di “Damon”, nella sezione Cubs.

(Fonte: Alquds).