Verso una “invasione dolce”? Il lancio di una “guerra umanitaria” contro la Siria

Global ResearchDi Michel Chossudovsky.

L’amministrazione Obama, in collaborazione con Londra, Parigi, Tel Aviv e i quartieri generali della NATO a Bruxelles, sta rimuginando su varie “opzioni di intervento” militare dirette contro la Siria. Tra queste anche vi è anche l’opzione di condurre operazioni sia navali che aeree in supporto alle forze di “opposizione” ribelli a terra.

Gli USA e il suo alleato britannico sono “sul piede di una guerra umanitaria”.

Le forze alleate, tra cui gli operatori dell’intelligence e le forze speciali, hanno rafforzato la loro presenza a terra in supporto dell’Esercito Siriano Libero (Esl) dell’opposizione. Il ministro della Difesa britannico ha affermato che “è in corso la preparazione di piani d’emergenza nel caso in cui la Gran Bretagna decida di impiegare truppe nella regione instabile”.

Spiegamenti di forze aeree e navali sono già stati annunciati dal ministro della Difesa britannico. Secondo la notizie dei tabloid londinesi, i quali citano “autorevoli” fonti militari: “L’aggravarsi della guerra civile [in Siria] ha reso sempre più probabile che l’Occidente fosse costretto ad intervenire” (Daily Mail, 24 luglio, 2012).

Una campagna di bombardamento in stile Iraq, “colpisci e terrorizza”, non è stata contemplata per ragioni pratiche: “Analisti della difesa hanno avvertito che sarebbe necessaria una forza di almeno 300mila truppe per portare avanti un intervento [in Siria] su larga scala. Anche allora bisognerebbe affrontare una resistenza feroce. …” (Ibid.)

Più che effettuare una guerra lampo, l’alleanza militare USA-NATO – Israele ha scelto di intervenire sotto la diabolica definizione R2P di “guerra umanitaria”. Modellati sul caso Libia, si prevede che i passaggi siano i seguenti:

  1. Un’insurrezione appoggiata da USA e NATO, integrata da squadre della morte, viene lanciata sotto il travestimento di “movimento di protesta” (metà marzo 2011 a Daraa);
  2. Forze Speciali britanniche, francesi, turche e del Qatar sono in suolo siriano a consigliare ed addestrare i ribelli nonché a supervisionare operazioni speciali;
  3. L’uccisioni di civili innocenti da parte dell’Esercito Libero Siriano sono volutamente accadute come parte di un’operazione segreta di intelligence (Vedi SYRIA: Killing Innocent Civilians as part of a US Covert Op. Mobilizing Public Support for a R2P War against Syria, global Research, maggio 2012);
  4. Il governo siriano viene dunque accusato per tali atrocità. La disinformazione dei media è orienatata alla demonizzazione del governo siriano. L’opinione pubblica è portata ad appoggiare un intervento militare sul piano umanitario.
  5. Rispondendo allo sdegno dell’opinione pubblica, USA e NATO sono dunque “costretti ad intervenire” secondo il mandato umanitario “Responsabilità di protezione” (R2P). La propaganda dei media è: “la comunità internazionale viene a salvare il popolo siriano”;
  6. Navi da guerra e aerei caccia sono dunque dislocati nel Mediterraneo Orientale. Queste azioni sono coordinate con il supporto, logistico dei ribelli e delle Forze Speciali a terra;
  7. L’obiettivo finale è il “cambio di regime” che porterà alla “spaccatura del paese” lungo linee settarie e/o all’insediamento di un “regime islamico o filo islamico” modellato su quelli di Qatar e Arabia Saudita;
  8. I piani di guerra inerenti alla Siria sono integrati con quelli riguardanti l’Iran. La strada per Teheran passa attraverso Damasco. Le più ampie implicazioni dell’intervento USA-NATO sono l’escalation militare e il possibile scoppio di una guerra regionale, dal Mediterraneo Orientale fino all’Asia Centrale, in cui la Cina e la Russia potrebbero essere direttamente o indirettamente coinvolte.

I  punti dall’1 al 4 sono già stati messi in atto.

Il punto 5 è stato annunciato.

Il punto 6, che coinvolge lo spiegamento di navi da guerra britanniche e francesi verso il Mediterraneo Orientale è in programma per essere lanciato in “tarda estate”, secondo il ministro della Difesa britannico (Vedi Michel Chossudovsky, The US-NATO War on Syria: Western Naval Forces Confront Russia Off the Syrian Coastline? Global Research,26 luglio, 2012).

La fase 7, denominata “cambio di regime”,  costituisce il gioco finale della guerra umanitaria ed è stata annunciata da Washington in numerose occasioni. Le parole del Segretario della Difesa Leon Panetta, riferendosi al presidente Bashar al-Assad: “La questione non è più se giungerà o meno ad una fine, è il quando”.

Il gioco finale: destabilizzare lo stato secolare, insediare “l’Islam politico”

Il Royal United Services Institute for Defence and Security (RUSI), Royal United Services Institute per la Difesa e la Sicurezza, gruppo di esperti con sede a Londra, legato al ministero della Difesa britannico e al Pentagono, ha lasciato intendere che “una sorta di intervento [militare] occidentale in Siria è sempre più probabile …”. Ciò che il RUSI ha in mente nel suo Briefing sulla Crisi in Siria intitolato A Collision Course for Intervention (in rotta di collisione per l’intervento), può essere descritto come “una invasione soft”, che  porterà alla “spaccatura del paese” lungo linee settarie e/o all’insediamento di un “regime islamico o filo islamico” modellato su quelli di Qatar e Arabia Saudita.

Diversi “scenari” che coinvolgono operazioni “clandestine” d’intelligence sono stati presentati. Il tacito obiettivo su queste opzioni militari e di intelligence è quello di destabilizzare lo Stato secolare ed implementare, attraverso mezzi militari, la transizione verso un regime post Assad di stampo “islamico o filo islamico” modellato su quelli di Qatar e Arabia Saudita:

“È necessaria una migliore conoscenza riguardo le attività e le relazioni di al-Qa’ida, altri siriani ed i jihadisti salafiti internazionali che stanno ora entrando sempre più numerosi nel paese. È possibile che le barriere si aprano ulteriormente dato che i jihadisti internazionali sono incoraggiati da un significativo progresso dell’opposizione contro il regime. Tali elementi hanno l’appoggio dell’Arabia Saudita e del Qatar e sicuramente avranno un ruolo in Siria dopo il crollo di Assad. Lo scopo del loro coinvolgimento dovrà essere calcolato nel piano di intervento” (Ibid, p. 9, il grassetto è mio).

Il Briefing del RUSI mentre riconosce che i combattenti ribelli sono veri e propri terroristi coinvolti nell’uccisione dei civili, invocando considerazioni tattiche e di spionaggio, suggerisce che le forze alleate dovrebbero ciononostante supportare i terroristi (i.e. le brigate terroriste sono state supportate dalla coalizione guidata dagli USA fin dall’inizio dell’insurrezione a metà marzo 2011. Forze speciali hanno integrato gli insorti):

“Quali sfide militari, politiche e di sicurezza [i Jihadisti] presenteranno poi nel paese, alla regione e all’Occidente? Le questioni includono la possibilità di un regime islamista o filo islamico, il quale erediterà armamenti sofisticati, tra cui sistemi missilistici anti aerei ed anti nave, armi chimiche e biologiche che potrebbero essere trasferite nelle mani di terroristi internazionali. A livello tattico, ai servizi segreti sarà necessario identificare i gruppi più efficienti e definire come meglio aiutarli. Sarà inoltre essenziale sapere come essi operano e se il supporto li potrebbe aiutare a massacrare rivali o perpetrare attacchi indiscriminati contro i civili, cosa di cui siamo già stati testimoni tra i gruppi di opposizione siriani” (RUSI – SYRIA CRISIS BRIEFING: A Collision Course for Intervention, Londra, luglio 2012,il grassetto è mio, p. 9).

Il suddetto riconoscimento conferma che la decisione di USA e NATO di usare “l’Islam politico”, including the deployment of CIA-MI6 supported Al Qaeda-affiliated terrorist groups, incluso lo spiegamento di MI6 della CIA a supporto di gruppi terroristici affiliati ad Al Qaeda per perseguire le proprie ambizioni egemoniche in Siria.

Operazioni segrete dell’intelligence occidentale a supporto di entità terroristiche di “opposizione” vengono condotte per indebolire lo Stato secolare, fomentare violenza settaria e creare divisioni sociali. Ricorderemo che in Libia i ribelli pro-democrazia furono guidati da brigate paramilitari affiliate ad al-Qaeda sotto la supervisione delle Forza Speciali NATO. La decantata “liberazione” di Tripoli fu portata a termine da precedenti membri del Gruppo Combattente Islamico in Libia (LIFG).

Opzioni ed azioni militari. Verso una “invasione dolce”?

Numerose opzioni militari concrete, le quali riflettono l’attuale pensiero del Pentagono-NATO in materia, sono prese in considerazione nel RUSI Syria Crisis Briefing, Briefing sulla Crisi in Siria. Tutte queste opzioni sono basate sullo scenario di un “cambio di regime” che richiede l’intervento di forze alleate in territorio siriano. Ciò che viene considerato è una “invasione dolce” modellata sul caso Libia secondo il mandato umanitario “Responsabilità di protezione” più che una guerra lampo “colpisci e terrorizza”.

Il briefing del RUSI, comunque, conferma che un continuo ed effettivo supporto all’Esercito Libero Siriano dei ribelli richiederà infine l’uso di “forza aerea in forma di jet da combattimento e sistemi missilistici lanciati da terra, mare ed aria” in combinazione con l’influsso di Forze Speciali e l’atterraggio di “fanteria aviotrasportata scelta ed anfibia” (Ibid, p 16.) .

Questa transizione verso un concreto supporto navale ed aereo ai ribelli è senza dubbio motivata anche dalle sconfitte degli insorti (incluse grandi perdite tra i ribelli) a seguito della violenta reazione delle forze governative sulla scia dell’attacco terroristico del 18 luglio contro i quartieri generali della Sicurezza Nazionale a Damasco. L’attacco ha portato alla morte del ministro della Difesa, il Generale Daoud Rajha, e di altri due alti membri della squadra di difesa nazionale del Paese.

Varie azioni militari sovrapposte sono previste, saranno effettuate in sequenza sia prima che sulla scia del “cambio di regime” proposto:

“La prima opzione della lista, cioè la distruzione delle forze armate siriane attraverso un’invasione “colpisci e terrorizza” in stile Iraq, potrebbe senza dubbio essere raggiunta da una coalizione guidata dagli USA. Così come tutte le altre forme di intervento, tuttavia, l’occuparsi del dopo sarebbe molto meno prevedibile e potrebbe attirare le forze di coalizione in un lungo e sanguinoso pantano. Attualmente quell’opzione può essere esclusa come una possibilità realistica. Non c’è dubbio che la sostanziale neutralizzazione dell’infrastruttura difensiva aerea siriana può essere realizzata da un’operazione aerea guidata dagli USA. Ma ciò richiederebbe una considerevole, prolungata ed estremamente costosa campagna che includa Forze Speciali dislocate a terra per assistere nell’individuazione degli obiettivi.

Le opzioni di intervento rimanenti ricadono largamente in tre categorie spesso sovrapponibili. La prima categoria è l’esecuzione di un’azione militare volta a ridurre o a porre fine alla violenza in Siria, per prevenire che le forze di Assad attacchino la popolazione civile con un’azione [militare] diretta. [il RUSI ignora il fatto che le uccisioni sono state commesse dall’Esercito Libero Siriano e non dalle forze governative, M.C.].

La seconda è cercare di causare il cambio di regime attraverso una combinazione di supporto alle forze di opposizione e azione militare diretta. La seconda categoria potrebbe essere applicata in seguito alla caduta del regime. L’obiettivo sarebbe quello di supportare il governo post-Assad aiutando il paese a stabilizzarsi e proteggere la popolazione da violenze tra fazioni e rappresaglie. Una forza di stabilizzazione sarebbe impiegata nella richiesta di un nuovo governo. In qualsiasi scenario di intervento ci potrebbe essere la necessità di distruggere o mettere in sicurezza le armi chimiche della Siria, nel caso in cui stessero per essere usate, trasferite o altrimenti rese pericolose. Questo richiederebbe forze da combattimento estremamente specializzate e potenzialmente molto numerose, per questo è probabile che tale missione sia solo alla portata degli Stati Uniti. [Ricordandoci le armi di distruzione di massa dell’Iraq, il pretesto delle armi chimiche della Siria è utilizzato per giustificare un più consistente intervento militare, M.C.]

La terza categoria è il soccorso umanitario, portare provviste e assistenza sanitaria alle popolazioni assediate. Questa forma di intervento, che sarebbe la più probabile ad essere condotta con il buon auspicio dell’ONU, richiederebbe l’intervento di agenzie umanitarie come la Croce Rossa Internazionale e forze militari armate tra cui forze aeree, probabilmente basate ancora una volta su una coalizione NATO. Il soccorso umanitario potrebbe rendersi necessario prima o dopo un cambio di regime. (Vedi RUSI – SYRIA CRISIS BRIEFING: A Collision Course for Intervention, London Luglio 2012, grassetto mio, p.9-10 )

Il “Soccorso Umanitario” è spesso usato come un pretesto per inviare unità militari. Operazioni di forze speciali e servizi segreti sono molto spesso inviate sotto la copertura di una ONG.

Azioni militari concrete USA e NATO

Il RUSI Briefing riflette l’attuale prospettiva dei piani militari USA e NATO in Siria?

Quali concrete azioni militari e di spionaggio sono state intraprese dall’alleanza militare occidentale dopo il veto di Russia e Cina al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite?

Lo schieramento di un potente esercito navale di navi da guerra francesi e britanniche è già previsto per una ipotetica data “verso la fine dell’estate” (Vedi Michel Chossudovsky, The US-NATO War on Syria: Western Naval Forces Confront Russia Off the Syrian Coastline?, Global Research, 26 Luglio, 2012).

Il ministero della Difesa britannico, tuttavia, ha annunciato che gli schieramenti della Flotta Reale in Medio Oriente potranno essere attivati solo “dopo” i giochi olimpici di Londra. Due delle più grandi navi da guerra britanniche, la HMS Bullwark e la HMS Illustrious, sono state designate, ad un costo esagerato per i contribuenti, a “garantire la sicurezza” delle Olimpiadi. La HMS Bulwark è stata collocata a Weymouth Bay per tutta la durata dei giochi. La HMS Illustrious è “attualmente seduta sul Tamigi al centro di Londra”. (Ibid.)

Queste operazioni navali pianificate sono attentamente coordinate con il supporto di altri alleati all’Esercito Siriano Libero, integrato da mercenari jihadisti addestrati in Qatar, Iraq, Turchia ed Arabia Saudita per conto dell’alleanza militare occidentale.

L’alleanza USA-NATO avvierà un’operazione aerea totale?

Le risorse di difesa aerea della Siria, secondo quanto riportato, sono basate sull’avanzato sistema russo S-300? (Reportage ufficiosi indicano la cancellazione della spedizione da parte della Russia degli avanzati sistemi missilistici terra-aria S-300, a seguito di pressioni da parte di Israele) (Vedi Israel convinces Russia to cancel Syrian S-300 missile deal: official, Xinhua,  28 giugno, 2012) Altri resoconti suggeriscono anche l’installazione di un avanzato sistema radar russo. (Vedi Report: Russia Sent Syria Advanced S-300 Missiles, Israel National News, 24 novembre, 2011).

Il ruolo delle Forze Speciali

Nei mesi a venire le forze alleate non avranno dubbi sul mettere fuori uso le risorse militari del paese, tra cui le difese aeree ed i sistemi di comunicazione, attraverso una combinazione di operazioni segrete, guerra cibernetica e attacchi terroristici dell’Esercito Siriano Libero sponsorizzati da USA e NATO.

I ribelli dell’Esercito Siriano Libero sono soldati della fanteria NATO. I comandanti dell’Esercito Siriano Libero, molti dei quali sono parte di entità affilialte ad al-Qaeda, sono in contatto permanente con le Forze Speciali inglesi e francesi operanti in Siria. Il rapporto del RUSI raccomanda che i ribelli debbano essere sostenuti attraverso lo “spiegamento di consiglieri delle Forze Speciali nel Paese con supporto aereo reperibile:

“I consiglieri che lavorano a fianco dei comandanti ribelli, magari accompagnati da piccole unità delle Forze Speciali, potrebbero essere tatticamente e strategicamente decisivi, come è stato provato in Afghanistan nel 2001 e in Libia nel 2011. (RUSI, op cit, p. 10)

Le Forze Speciali sono state sul campo in Siria dall’inizio dell’insurrezione. Alcuni report confermano inoltre il ruolo delle compagnie di sicurezza private, tra cui ex-mercenari di Blackwater (una compagnia militare privata) che hanno addestrato i ribelli dell’Esercito Siriano Libero. In ciò che è stato descritto come “la guerra sottobanco dell’America”, le Forze Speciali a terra sono in collegamento permanente con i servizi segreti e l’esercito degli alleati.

L’afflusso dei soldati mercenari jihadisti

Sulla scia dell’impasse del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, sta prendendo piede il reclutamento e l’addestramento di soldati mercenari jihadisti.

Secondo una fonte dell’Esercito Britannico, le Forze Speciali Britanniche (SAS) stanno ora addestrando i “ribelli” siriani in Iraq “in tattiche militari, utilizzo delle armi e sistemi di comunicazione”. Il rapporto conferma inoltre che l’avanzato addestramento del comando militare è condotto in Arabia Saudita per conto dell’alleanza militare occidentale:

“Le Forze Speciali britanniche e francesi hanno attivamente addestrato i membri dell’Esercito Siriano Libero da una base in Turchia. Alcuni resoconti indicano che l’addestramento sta avvenendo anche in località come la Libia e il nord del Libano. Gli agenti britannici dell’MI6 e dell’UKSF (SAS/SBS) hanno presumibilmente addestrato i ribelli nella guerra urbana e li hanno anche riforniti di armi ed equipaggiamenti. Si crede che gli agenti USA della CIA e delle Forze Speciali stiano fornendo assistenza per le comunicazioni ai ribelli”. Elite Forces UK, 5 gennaio, 2012 .

“Più di 300 [ribelli siriani] sono passati attraverso una base subito dopo il confine iracheno, mentre un corso di comando viene tenuto in Arabia Saudita”.

Gruppi di 50 ribelli alla volta vengono addestrati da due agenzie private di sicurezza, che impiegano ex-personale delle Forze Speciali. “Il nostro ruolo è puramente istruttivo, insegnare tattiche, tecniche e procedure,” ha affermato un ex membro del SAS.

“Se possiamo insegnare loro come ripararsi, sparare ed evitare di essere individuati dai cecchini sarà probabilmente d’aiuto” ( Daily Mail,  22 luglio, 2012)

Il ruolo di Turchia e Israele

L’alto comando dell’esercito turco è rimasto in contatto con il quartier generale NATO a partire dall’agosto 2011 per quanto riguarda il reclutamento attivo di migliaia di “soldati della libertà” islamisti, ricordando l’arruolamento dei mujahideen per dichiarare il jihad (guerra santa) della CIA al culmine della guerra sovietico-afghana:

“Altro elemento discusso a Bruxelles ed Ankara, riportano le nostre fonti, è una campagna per arruolare migliaia di volontari musulmani nel Medio Oriente e nel mondo musulmano per combattere a fianco dei ribelli siriani. L’esercito turco troverebbe un alloggio a questi volontari, li addestrerebbe e assicurerebbe il loro passaggio in Siria. (DEBKAfile, NATO to give rebels anti-tank weapons, 14 agosto, 2011, grassetto mio).

Il recente afflusso di soldati stranieri in numero consistente suggerisce che questo diabolico programma di reclutamento “alla mujahideen”, sviluppato più di un anno fa, è stato realizzato.

La Turchia sta anche sostenendo i soldati della Fratellanza Musulmana in Siria. Coma parte del suo supporto ai ribelli dell’Esercito Libero Siriano, “la Turchia ha disposto una base segreta con gli alleati Arabia Saudita e Qatar, al fine di dirigere gli aiuti militari e di comunicazione necessari ai ribelli siriani da una città prossima al confine ” (Exclusive: Secret Turkish nerve center leads aid to Syria rebels | Reuters, 27 luglio, 2012).

Il ruolo di Israele nel sostenere i ribelli, largamente caratterizzato da operazione segrete di intelligence, è stato “discreto”, ma non per questo meno significativo. Fin dall’inizio, il Mossad ha sostenuto i gruppi terroristici di estremisti salafiti, i quali sono divenuti attivi nel sud della Siria al momento dello scoppio delle proteste a Daraa, a metà marzo. Alcuni reportage suggeriscono che i finanziamenti per l’insurrezione dei salafiti vengano dall’Arabia Saudita (vedi Syrian army closes in on Damascus suburbs, The Irish Times, May 10, 2011).

Mentre concentra il suo supporto segreto all’Esercito Libero Siriano, Israele sta anche sostenendo i separatisti Siriani-Curdi nel nord della Siria. Il gruppo di opposizione curda (KNC) ha stretti legami con il Governo Regionale Curdo di Massoud Barzani nell’Iraq del nord, che è direttamente appoggiato da Israele.

Gli scopi dei separatisti curdi sono in programma per essere utilizzati da Washington e Tel Aviv per cercare la spaccatura della Siria lungo linee etniche e religiose, creando così numerose entità politiche “indipendenti”. Vale la pena notare che Washington ha anche facilitato i contatti tra i Siriani-Curdi “militanti dell’opposizione” e il Kosovo a maggio, al fine di partecipare a sessioni di addestramento utilizzando la competenza dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (vedi Michel Chossudovsky, Hidden US-Israeli Military Agenda: “Break Syria into Pieces”, Global Research, 2012 giugno)

Lo scopo, non così ben celato, del programma militare USA-Israele è quello di “fare a pezzi la Siria”, in vista di un sostegno all’espansionismo di Israele.

Scontro con la Russia

Cosa ci dovremo aspettare nei prossimi mesi:

1)      Un dispiegamento di forze navali nel Mediterraneo Orientale, il cui obiettivo militare non è stato definito in modo chiaro dalle forze alleate;

2)      Un maggiore afflusso di soldati stranieri e squadroni della morte in Siria e la direzione di mirati attacchi terroristici, in coordinamento con USA e NATO;

3)      Un aumento dell’impiego di Forze Speciali alleate, tra cui mercenari provenienti da compagne di sicurezza private alle dipendenze dei servizi segreti occidentali.

L’obiettivo dell’operazione denominata “Damascus Volcano and Syrian Earthquake” (Il vulcano di Damasco e il terremoto siriano), infine consisteva nell’estendere gli attacchi terroristici dell’Esercito Siriano Libero (ESL) alla capitale della Siria, sotto la supervisione delle Forze Speciali occidentali e di agenti segreti sul territorio. (Vedi Thierry Meyssan, The battle of Damascus has begun, Voltaire Net, 19 luglio, 2012). L’individuazione di Damasco come obiettivo è fallita. I ribelli sono stati respinti in un violento combattimento verso Aleppo, la seconda città della Siria in quanto ad estensione.

4)      L’indebolimento del ruolo della Russia in Siria, incluse le sue funzioni ai sensi di un accordo bilaterale di cooperazione militare con Damasco, è altresì parte dell’azione combinata delle forze militari e di intelligence USA-NATO. Ciò potrebbe scatenare attacchi terroristici contro cittadini russi residenti in Siria.

Un attacco terroristico contro la base navale russa, a Tartous, è stato annunciato dall’ESL, meno di due settimane dopo il consulto del Consiglio di Sicurezza ONU. Senza dubbio l’annuncio è stato pilotato da USA e NATO con lo scopo di minacciare la Russia.

A seguito dell’arrivo della flotta navale russa, costituita da 10 navi da guerra stazionate nei pressi della costa siriana, un portavoce dell’ESL ha confermato, il 26 luglio, l’intenzione di attaccare la base navale russa a Tartous:

“Abbiamo un avvertimento per le Forze russe: se continueranno a spedire armi che uccideranno le nostre famiglie e il popolo siriano li colpiremo con forza all’interno della Siria”, ha affermato Louay al-Mokdad, un coordinatore della logistica dell’Esercito Siriano Libero (ESL).

“Informatori interni al regime ci hanno comunicato che è previsto l’arrivo di un grande carico di armi a Tartous nelle prossime due settimane. Non vogliamo attaccare il porto, non siamo terroristi, ma se continuano a comportarsi così non avremo altra scelta”.

L’ESL ha formato una “brigata navale”, costituita da disertori della Marina Militare Siriana, che opera vicino a Tartous. “Molti dei nostri uomini lavoravano nel porto di Tartous e lo conoscono bene”, ha affermato il Capitano Walid, un ex ufficiale della Marina Siriana. “Stiamo osservando da vicino i movimenti dei russi”.

“Possiamo facilmente distruggere il porto. Se colpiamo i depositi delle armi con missili anti-carro armato o un’altra arma, si innescherebbe un’esplosione devastante,” ha affermato un rappresentante dell’Esercito Siriano Libero. “Oppure possiamo attaccare direttamente le navi.” (Syrian rebels threaten to attack Russian naval base – World – DNA, 26 luglio, 2012).

Se la base navale russa venisse attaccata, con tutta probabilità, l’attacco sarebbe sferrato sotto la supervisione delle forze speciali alleate e degli operatori di intelligence.

Mentre la Russia ha le risorse militari necessarie per difendere la propria base navale a Tartous, un attacco a tale base navale costituirebbe un atto provocatorio, che potrebbe determinare un maggior coinvolgimento delle forze russe in Siria. Un avvenimento simile potrebbe anche portare ad un confronto diretto tra le forze russe, le forze speciali occidentali ed i mercenari, che operano nelle fila dei ribelli.

Secondo il rapporto del RUSI sulla crisi in Siria, citato in precedenza: “Anticipare l’attacco ed il contrattacco della Russia, dovrebbe essere un fattore importante per qualsiasi piano di intervento [militare] dell’Occidente [in Siria]. I russi sono certamente capaci di mosse azzardate ed imprevedibili…” (RUSI, op cit, p. 5).

Il mondo ad un bivio pericoloso

Una “guerra umanitaria” totale contro la Siria è nei progetti del Pentagono, tale disegno bellico, se portato a termine, potrebbe portare il mondo ad una guerra regionale, che si estenderebbe dal Mediterraneo orientale al cuore dell’Asia Centrale.

Un sofisticato ed onnicomprensivo programma di propaganda è a favore di una guerra in nome della pace e della sicurezza globale.

Lo scenario di un conflitto mondiale va ben al di là del diabolico disegno di Orwell nella sua opera “1984”.

Il ministero della Verità, capovolgendo la realtà, sostiene che la guerra sia un’impresa di pacificazione.

A loro volta, le bugie e le macchinazioni dei media sono presentate con varie allusioni, in una complessa rete di inganni.

In una svolta cinica, le documentate atrocità contro i civili siriani, commesse dall’opposizione occidentale, sono ora definite come “inevitabili” nella dolorosa transizione verso la “democrazia” (senza una vera e propria alle forze governative).

Le vaste conseguenze della “Grande Bugia” vengono così offuscate.

La guerra umanitaria globale acquisisce dunque un consenso che nessuno può mettere in discussione.

La guerra contro la Siria è parte integrante di un progetto militare Mondiale. La strade per Teheran attraversa Damasco. Iran, Russia, Cina e Corea del Nord sono pure minacciate.

Con il dispiegamento della flotta franco-britannica, in tarda estate, le navi da guerra occidentali nel Mediterraneo Orientale saranno contigue a  quelle posizionate dalla Russia. La Russia sta infatti conducendo i propri giochi di guerra, il che potrebbe portare ad un “Confronto stile Guerra Fredda” tra le forze navali russe ed occidentali. ( Vedi Michel Chossudovsky, The US-NATO War on Syria: Western Naval Forces Confront Russia Off the Syrian Coastline?, Global Research, 26, 2012).

Una guerra in Siria, che coinvolgerebbe inevitabilmente Israele e la Turchia, potrebbe innescare una guerra regionale contro l’Iran, nella quale la Russia e la Cina potrebbero essere coinvolte, direttamente o indirettamente.

È di cruciale importanza passare parola e rompere le barriere della disinformazione.

Una comprensione critica e imparziale di ciò che sta accadendo in Siria è di cruciale importanza per  invertire la corrente dell’escalation militare.

E’ essenziale che le persone nel Regno Unito, la Francia e gli Stati Uniti impediscano che il dispiegamento di armi navali di distruzione di massa, previsto a fine estate nel Mediterraneo Orientale, si verifichi.

Il ministero della Difesa britannico ha annunciato che molte navi da guerra britanniche sono necessarie “per garantire la sicurezza” dei Giochi Olimpici. LA HMS Bulwark è di stanza a Weymouth Bay per tutta la durata dei giochi. La  HMS Illustrious è “attualmente ferma sul Tamigi nel centro di Londra”. Il dispiegamento di navi da guerra inglesi tra cui la HMS Bulwark e  la HMS Illustriousr, in il Medio Oriente, è prevista “dopo” i Giochi Olimpici.

Prof. Michel Chossudovsky

Global Research, 2 agosto, 2012

URL dell’articolo: www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=32170

Traduzione per InfoPal a cura di Cinzia Trivini Bellini