Un anno fa, il barbaro omicidio di Vittorio Arrigoni

InfoPal. Un anno fa, veniva barbaramente ucciso il giornalista e attivista umanitario Vittorio, Vik, Arrigoni.

Vittorio fu assassinato, per strangolamento, tra le 23 del 14 aprile e l’1 di notte del 15.

Intorno alle ore 01:00, ora locale, in una casa abbandonata ad al-Mashru’, una nota e malfamata area di Beit Lahiya, a nord-ovest di Gaza City, gli apparati della sicurezza della Striscia di Gaza ritrovarono il corpo senza vita di Vittorio. Era stato ucciso a poche ore dal suo rapimento, nonostante uno pseudo ultimatum di 30 ore comunicato nel pomeriggio del 14 dai suoi rapitori in un video diffuso in rete, e che mostrava il giovane ancora vivo, ma ferito da colpi inferti al viso e alla testa durante il sequestro.

Il governo della Striscia di Gaza condannò immediatamente il raccapricciante assassinio come “contrario ai valori palestinesi e alle nostre tradizioni” e promise giustizia.

Poco tempo dopo il ritrovamento del cadavere, le forze di sicurezza del governo di Gaza uccisero due uomini coinvolti nel delitto, durante un raid, e un successivo conflitto a fuoco, nel campo profughi di an-Nuseirat.

Il processo contro gli assassini di Vik è in corso da settembre.

 

Di Samih al Qasim.

A Vittorio Arrigoni“.

Vittorio, Viktor,

alzati da quella bara di mogano,

alzati, alzati dalla tomba, e guarda.

Vittorio Arrigoni,

ecco il tuo sangue caldo,

dal mio corpo trasuda,

si insinua nelle parole,

e scivola, scivola dalle mie parole.

Vittorio,

eccoti con la kufiyya,

bandiera degli uomini liberi

e porta della libertà.

Porta che si allarga sempre di più,

sorvolando, sorvolando gli assedi delle mura fasciste.

Al di là, al di là di tutto,

Vittorio,

al di là anche dei tristi rituali mistici dei sufi.

Una ragazza di Gaza, una ragazza araba,

ti piange, ti piange con la disperazione di una sorella,

di una sorella palestinese,

in nome del popolo, in nome della patria, in nome dell’umanità

e ti stampa un bacio,

è un bacio libero, sulla tua fronte

e ti stringe la mano destra nella sua mano,

nella festa della resurrezione di tutti i martiri,

dalla tomba della catastrofe cieca

e dalle carceri degli occupanti,

nel giorno del sorgere dei simboli della verità eterna,

e nell’alba della libertà.

Vittorio Arrigoni, Vittorio Arrigoni,

sei come una rosa moscata,

un fiore, un fiore d’Italia.

La tua ferita, la tua ferita nella terra della Palestina usurpata,

nei profondi significati di Gerusalemme,

e nelle canzoni di Gerusalemme.

Lui è un amico delle palme, un amico del sole,

è amico della bandiera rivoluzionaria,

un fratello dell’internazionalismo.

Vittorio,

uccello del paradiso, Vittorio,

l’ulivo è il tuo spirito

ed è una patria eterna.

L’eco della tua voce rimane eterna,

la tua ombra è un pergolato davanti alla porta di casa.

Tu sei come un falco, un falco negli spazi magici,

le tue ali sono la sincerità delle tue buone intenzioni.

Vittorio, Vittorio, Viktor,

alzati e guarda.

Consola la tua sofferenza in noi,

e ricorda, ricordati che sei ancora la coscienza dell’umanità.

I semi del tuo sangue sono ancora vivi,

è tutto vivo ancora nello spirito,

vive nel popolo, vive in tutti gli angeli della terra,

vive, vive, vive in tutti noi.

Vittorio, Viktor, Vittorio,

sofferenza, nostalgia, pace, salute…

 

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