130 tra feriti e asfissiati durante aggressioni israeliane a Gerusalemme

Gerusalemme/al-Quds-Quds Press e PIC. 130 palestinesi sono rimasti feriti, nella notte di giovedì, nelle città di Issawiya e Silwan, nella Gerusalemme occupata, durante scontri (*) con le forze di occupazione israeliane (IOF).

Gli scontri, che sono proseguiti fino all’alba di venerdì, sono scoppiati quando le forze di polizia hanno fatto irruzione nelle città tra pesanti lanci di lacrimogeni.

Fonti mediche hanno riportato 17 feriti da proiettili di metallo rivestiti di gomma, 11 ustionati, 13 contusi, 2 fratturati e 95 casi di soffocamento da gas lacrimogeno.

Durante gli eventi è rimasto ferito anche un soldato israeliano.

Giovedì, nella città di Issawiya è stato dichiarato uno sciopero generale per protestare contro la crescente politica israeliana di demolizione e sfollamento ai danni della popolazione di Gerusalemme.

Secondo l’OCHA, almeno un terzo di tutte le case palestinesi nella Gerusalemme occupata non hanno permessi di costruzione, mettendo potenzialmente a rischio di sfollamento più di 100.000 residenti.

Le ONG locali e i gruppi per i diritti hanno a lungo evidenziato una serie di pratiche e politiche israeliane a Gerusalemme volte ad alterare il rapporto demografico a favore degli ebrei.

(*) Nel linguaggio militare, gli scontri avvengono tra eserciti o gruppi armati di pari forze. Tra Tsahal, l’esercito israeliano, e la Resistenza o i gruppi di giovani palestinesi che rispondono alle aggressioni dell’occupante israeliano non c’è parità di forze. Pertanto, riportiamo tra virgolette il termine scontri/scontro, per non indurre i lettori meno informati a pensare che in Palestina sia in atto un conflitto/guerra tra attori con eserciti, armamenti e forze paritarie.