Ramallah – InfoPal. Nessun segnale di dialogo da parte dell’amministrazione carceraria israeliana con il Comitato della leadership dei detenuti palestinesi al 13° di sciopero della fame.
Stando così le cose, il Comitato risponde, per via epistolare, ribadendo la propria scelta a continuare lo sciopero fino a che le loro richieste non saranno accolte per il rispetto dei Diritti Umani fondamentali, per la Dignità, parola prescelta per questo sciopero.
A partire da oggi, 24 detenuti nella prigione israeliana di Megiddo fanno sapere che rifuteranno anche i medicinali. Sono detenuti la cui salute è fortemente deteriorata a seguito dello sciopero.
Diabete, sbalzi di pressione, problemi all’apparato intestinale sono le patologie di cui soffrono i detenuti che stanno conducendo una dura battaglia. Tra di essi vi sono: il giornalista Nawaf al-Amer, Mohammed Gazal, docente universitaro, Hani Abu as-Sabba’ e Hajj ‘Omar Jaber.
Dal Dipartimento per le relazioni internazionali dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) riferiscono che 3mila detenuti palestinesi sono impegnati fino ad oggi nello sciopero a oltranza indetto lo scorso 17 aprile.
“Popolo sotto occupazione”, resoconto mensile dell’Olp, non poteva questo mese omettere lo sciopero in corso nelle prigioni dell’occupazione israeliana.
Essi scioperano contro detenzione amministrativa (senz’accusa e prorogabile a oltranza, ndr), contro le detenzioni in isolamento e il divieto delle visite dei familiari, da anni, in vigore assoluto per i detenuti provenienti dalla Striscia di Gaza.
Del dato complessivo tuttavia, fanno parte numerosi detenuti palestinesi in sciopero da almeno tre mesi contro tali pratiche israeliane.
Infine, da domani 105 detenuti palestinesi di Fatah aderiranno allo sciopero della fame. Sono tutti detenuti nella prigione israeliana di Eishel.