50 prigionieri dichiarano lo sciopero della fame ad oltranza per protestare contro le condizioni di detenzione

50 prigionieri dichiarano lo sciopero della fame ad oltranza per protestare contro le condizioni di detenzione

Ramallah. A partire da oggi, venerdì, 50 prigionieri palestinesi hanno dichiarato uno sciopero della fame ad oltranza, dopo il loro trasferimento dal carcere di Rimon a quello di Nafha, e per protestare contro le loro condizione di detenzione.

La Società dei Prigionieri Palestinesi (PPS) e l’Autorità per gli Affari dei Prigionieri ed ex-Detenuti hanno confermato che 50 prigionieri del carcere israeliano di Rimon sono stati trasferiti arbitrariamente nella prigione di Nafha. In segno di protesta, i prigionieri hanno dichiarato uno sciopero della fame a tempo indeterminato.

I prigionieri sono tenuti in isolamento nel carcere di Nafha in condizioni di detenzione molto difficili.

Recentemente, il Comitato nazionale del Movimento dei Prigionieri palestinesi ha annunciato il lancio di iniziative di protesta volte a contrastare le misure repressive adottate contro di loro dal servizio carcerario israeliano (IPS).

In una dichiarazione pubblicata mercoledì, il Comitato nazionale del Movimento dei prigionieri ha sottolineato che non accetterà alcuna misura che possa essere presa contro i prigionieri con l’obiettivo di imporre un nuovo fatto compiuto nelle carceri.

Il Comitato nazionale ha anche condannato le nuove violente incursioni nelle celle dei prigionieri nel carcere di Gilboa, martedì scorso, accusando il ministro della Sicurezza israeliano, Itamar Ben Gvir, di cercare di rafforzare il proprio status politico a scapito della dignità e dei diritti dei prigionieri.

Il numero dei prigionieri nelle carceri dell’occupazione, secondo il Club dei Prigionieri palestinesi (un organismo per i diritti umani con sede a Ramallah), è di circa 5.100, tra cui più di 1.200 “detenuti amministrativi” (detenzione senza accusa).

(Fonti: PIC e Quds Press).