Haniyah critica le posizioni dell’Europa che «attribuiscono al popolo oppresso la responsabilità della tragedia di Gaza»

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Gaza – Infopal. Il Primo Ministro palestinese Ismail Haniyah ha dichiarato di accettare che la Lega Araba, oppure gli Stati che forniranno aiuti per ricostruire Gaza, sovraintenda all’opera di ricostruzione e istituisca una commissione arabo-palestinese, equilibrata e trasparente, per seguirne i lavori.

Haniyah, in un comunicato stampa di ieri, ha detto che il suo governo «semplificherà il compito di tutte le parti interessate alla ricostruzione di Gaza, per garantire la protezione del nostro popolo e per apprezzarne la leggendaria resistenza e la vittoria contro la macchina da guerra israeliana, e contro la cultura dell’assassinio ingiustificato».

Ha sottolineato che il suo governo non mira ai capitali per la ricostruzione, né tenta di ottenerli: «Quello che ci interessa è andare avanti e garantire che questi soldi vengano utilizzati per la ricostruzione, per mettere fine alla sofferenza dei senzatetto, cacciati via dalle proprie case, perché tutte le ricchezze del mondo non valgono una goccia del sangue di un bambino palestinese».

Haniyah, che gode di un grande sostegno popolare, ha puntualizzato come la ricostruzione non possa vedere la luce finché proseguono la chiusura dei passaggi e l’assedio imposti da Israele, invocando nello stesso tempo l’unità degli sforzi palestinesi, arabi e internazionali per soddisfare questa richiesta nazionale e umanitaria.

Il Primo Ministro ha rassicurato quanti hanno subito dei danni dicendo che il governo non lascerà nessuno per la strada, grazie al piano di sostegno che ha iniziato ad applicare, e che starà dalla parte delle famiglie dei caduti e dei feriti, perché rappresentano «il simbolo della dignità e della vittoria».

Haniyah ha peraltro criticato le posizioni europee che «attribuiscono alla vittima, cioè al popolo oppresso, la responsabilità della tragedia che ha colpito la Striscia di Gaza».

Ha detto: «Dalla Francia, che innalza il vessillo della libertà, della giustizia e dell’uguaglianza, invece di venire nel mare di Gaza con la sua marina per rafforzare lo sbarramento, ci aspettavamo ospedali galleggianti per curare i feriti e i bambini bruciati dalle armi proibite a livello internazionale, oppure che facesse funzionare i ponti del sostegno umanitario a favore del nostro popolo, assediato da più di due anni».

Haniyah ha infine chiesto ai paesi europei di rivedere le loro posizioni, che ha definito «contrarie ai più elementari diritti dell’uomo, alle convenzioni e ai trattati internazionali».

 

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