Incontro Medvedev-Mishaal: Hamas ha peso politico nella regione.

Mosca – Pic. Shamil Sultanov, presidente del Centro mondiale di studi strategici russo-islamico, ha affermato che l'incontro avvenuto martedì tra il presidente russo Dmitry Medvedev e il leader politico palestinese Khaled Mishaal a Damasco dimostra che “il movimento di Hamas ha peso politico nella regione, e per questo non va ignorato”.

Sultanov ha riferito nella stessa giornata di martedì alla Islamic news agency che l'incontro, che ha conluso la prima visita di Medvedev in Medio Oriente, è un messaggio inviato dalla Russia alle parti interessate nella regione, per far capire che l'attuale situazione è ad alto rischio di esplosione e che è ora di trovare un sostituto forte per Mahmud Abbas e il suo movimento, Fatah.

La Russia, inoltre, nonostante i suoi buoni rapporti con entrambi i movimenti, ritiene che la voce di Hamas vada ascoltata alla luce dei seri cambiamenti che potrebbero aver luogo nel futuro della regione.

Sultanov ha poi ricordato che il presidente russo, durante la sua visita in Siria, ha insistito sulla necessità di porre fine all'embargo israeliano su Gaza, promettendo di aiutare i palestinesi assediati e di non risparmiare alcuno sforzo per rompere il blocco imposto.

Il presidente del Centro ha anche sottolineato che Mishaal è una delle figure politiche di rilievo a livello mondiale, che il movimento di Hamas, da lui guidato, gode di buona popolarità sia tra i musulmani che i cristiani palestinesi, e che anche la società russa è un insieme di cristiani e musulmani, il che sta a significare che gli incontri e i contatti con un movimento tanto vicino alla civiltà russa è un giusto approccio politico di lungo termine.

In una dichiarazione rilasciata alla stessa agenzia, l'analista politico russo Maksim Shevchenko ha invece commentato che lo scopo della dirigenza russa era confermare, attraverso l'incontro con il leader di Hamas, l'equilibrio e la ragionevolezza delle posizioni del movimento.

La Russia, travolta da un'ondata di critiche a causa del peso che ha la lobby sionista nel paese, voleva anche dimostrare di star ritornando gradualmente nel quadro storico delle sue relazioni con i paesi del Medio Oriente, sostiene Shevchenko.

Questo quadro, aggiunge, è incentrato sul sostegno dato alle civiltà e alle religioni tradizionali della regione, e non sull'appoggio a entità estranee che cercano d'imporre i propri valori nell'area per conto di popoli stranieri.

Anche Naji Sharab, professore di scienze politiche presso l'Università al-Azhar di Gaza, interpreta l'incontro di Medvedev con Mishal come un atto di fiducia da parte di Mosca nei confronti del ruolo effettivo di Hamas nello scenario palestinese.

Lo stato russo, ha infatti spiegato ieri Sharab al Palestinian information center, è tra i paesi più importanti ad aver aperto canali diretti di comunicazione con Hamas, e sta ora cercando di ripristinare il proprio ruolo di paese potente e influente nella regione.

Da parte sua, il deputato di Hamas Yahya Musa ha commentato al Pic che il colloquio di Damasco aumenterà il riconoscimento di Hamas da parte degli altri paesi e gli darà un potere decisionale effettivo a livello internazionale.

Musa ha anche affermato che l'incontro si è svolto nell'interesse del popolo palestinese, e lo aiuterà a recuperare i diritti usurpati.

Per finire, lo scrittore e analista politico palestinese Wisam Afifa, parlando anche lui al Pic, ha evidenziato come la Russia stia cercando di approfittare del declino del ruolo degli Stati Uniti in molte questioni riguardanti il Medio Oriente, e di agire in qualità di “vigile del fuoco”, nel tentativo di rassicurare allo stesso tempo la Siria e Hamas in seguito alle ultime minacce israeliane.

Afifa ha quindi commentato che la Russia vede come favorevoli i recenti cambiamenti politici verificatisi nello scenario palestinese, e vorrebbe essere la prima grande potenza a stringere rapporti con Hamas, che Mosca considera il rappresentante ideale del futuro dei Palestinesi.


 

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