L’Anp come Israele? Human rights watch chiede indagini sulle torture praticate nelle carceri palestinesi

Ramallah – Pal-Info. L'associazione Human rights watch (Hrw) ha chiesto all'Autorità nazionale palestinese (Anp) d'investigare subito sulle torture subite negli ultimi mesi da due detenuti del carcere di Gerico, e di garantire che i responsabili vengano processati.

Questi, ha chiarito Hrw, sono soltanto due degli oltre 100 casi di tortura registrati quest'anno dalla Commissione indipendente per i Diritti umani.

Lo scorso 19 settembre, l'apparato di sicurezza preventiva dell'Anp ha catturato Ahmed Salhab, 42 anni, meccanico di al-Khalil (Hebron), tenendolo in cella fino a sabato scorso, prima a Hebron e quindi a Gerico. Ahmed è stato poi trasferito dal carcere all'ospedale di Hebron, per alcuni problemi causatigli da una precedente rottura dei dischi intervertebrali, oltre che da stress mentale. Entrambi gli inconvenienti gli sono derivati dalle torture subite in prigione, come ha chiarito lui stesso a Hrw.

La seconda vittima, che ha chiesto di rimanere anonima, è stata arrestata lo scorso 16 settembre e detenuta prima nel carcere preventivo di Hebron e poi a Gerico. Qui, racconta l'uomo, è stato torturato per dieci giorni. Su di lui come su Ahmed pesa l'accusa di avere legami con Hamas.

Le accuse di tortura nei confronti dei servizi di sicurezza palestinesi [in Cisgiordania] si susseguono”, ha commentato Joe Stork, vice direttore della sezione di Hrw in Medio Oriente.

A questo, secondo Stork, va aggiunto che il presidente de facto Mahmud Abbas e il suo primo ministro, Salam Fayyad, “sono a conoscenza della situazione”, e quindi tocca a loro “invertire quest'impunità dilagante ed assicurarsi che i responsabili finiscano sotto processo”.

Anche se Abbas era stato informato che [Ahmed] era già stato torturato al punto di essere reso disabile – ha proseguito l'attivista -, i servizi di sicurezza palestinesi gli hanno negato le cure mediche, lo hanno torturato di nuovo e lo hanno quindi tenuto rinchiuso per diversi giorni, praticamente paralizzato dal dolore e dalla paura. Questo caso rivoltante è chiaramente il risultato della persistente impunità di chi commette abusi, alla quale l'Anp non ha ancora posto fine”.

Lo scorso 31 agosto, le brigate al-Qassam (braccio armato di Hamas), hanno rivendicato la responsabilità di un attacco che ha ucciso quattro coloni israeliani nell'area di Hebron. Subito dopo l'accaduto, l'Anp ha arrestato centinaia di persone nei pressi del capoluogo, tutte sospettate di avere legami con Hamas.

Sia Ahmed che la vittima rimasta anonima sono stati arrestati in quell'occasione, in maniera del tutto arbitraria. Nonostante la legge palestinese richieda ai pubblici ufficiali di presentare un mandato quando effettuano degli arresti, nessun ordine è stato mostrato ai due attuali prigionieri, come hanno precisato questi ultimi parlando a Hrw.

L'associazione ha inoltre affermato che “l'Anp è estremamente permissiva nel processare i membri della sicurezza per crimini di tortura e maltratttamento di detenuti. Nell'unica causa intentata di cui si è a conoscenza, un tribunale militare dell'Anp assolse lo scorso luglio cinque ufficiali dell'intelligence di Hebron, che nel giugno 2009 torturarono Haitham Amr fino alla morte”.

Dai detenuti palestinesi sono provenute 106 denunce di tortura, registrate dalla Commissione per i Diritti umani tra gennaio e settembre dell'anno in corso. Dal giugno 2007, secondo la Commissione, gli apparati di sicurezza dell'Anp si sono resi colpevoli della morte in carcere di otto detenuti della Cisgiordania.

Lo stesso Ahmed ha riferito a Hrw di aver visto gli agenti di sicurezza preventiva legare e torturare altri prigionieri nel carcere di Gerico: ogni volta che lasciava la sua cella, ha precisato, vedeva quattro o cinque uomini con gli occhi bendati e le mani legate dietro la schiena e sentiva urla di dolore dalla mattina fino a tarda notte.

Secondo il Centro d'informazione palestinese (Pic), il centro interrogatori – carcere di Hebron è conosciuto dai palestinesi come “il castello delle torture” per l'aspetto conferitogli dall'apparato militare che lo circonda, rendendolo simile a un fortino.

Qui vengono trasferiti i quadri e i sostenitori di Hamas catturati dai diversi apparati di sicurezza: si tratta della loro seconda tappa, prima di essere sottoposti alla prima fase d'interrogatori e maltrattamenti nei piccoli centri di detenzione collocati nella città.

In un episodio distinto, le milizie di sicurezza hanno catturato altri otto cittadini palestinesi affiliati con il movimento di Hamas nelle città di Ramallah, Hebron e Tulkarem, come hanno riferito ieri fonti locali.

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