Freedom Flotilla: Commissione d’indagine Turkel si rifiuta di ascoltare gli attivisti britannici

An-Nasira (Nazareth) – Haaretz, InfoPal. Il 31 maggio scorso, gli attivistidi nazionalità britannica, a bordo della Freedom Flotilla, erano oltre 30.

Tra di essi, 29 sono rappresentati dal legale Daniel Machover che oggi interviene a proposito degli ultimi aggiornamenti sull'udienza dei suoi assistiti da parte della Commissione d'indagine israeliana “Turkel”.

Gli attivisti britannici avevano lamentato il fatto che la Commissione israeliana si fosse limitata a chiedere loro informazioni di base – e forse scontate – ovviando così alla possibilità di raccontare la loro esperienza e la violenza di cui furono vittime nel corso dell'attacco dei militari israeliani.

Oggi, il ministro degli Esteri britannico riporta l'ultimatum della Commissione: “Vi sono concessi quattro giorni per mettere insieme le informazioni essenziali”, ma gli attivisti chiedono di incontrare direttamente la Commissione e pongono condizioni precise.

Chiedono che chiunque abbia qualcosa da raccontare in merito agli eventi del 31 maggio sia ascoltato, che le testimonianze siano rese pubbliche e che, qualora la loro istanza venisse accolta e l'incontro dovesse svolgersi in Israele,  spese di viaggio e soggiorno nel paese siano a carico del governo di Israele.

In aggiunta, afferma Machover: “Se Israele non accetterà tali condizioni, verrà alla luce la sua reale volontà a non fare trasparenza e giustizia, ma in questo caso, ad attenderlo ci sarà la Corte penale internazionale”.

Da parte sua, gli addetti della Commissione “Turkel” hanno fatto sapere che l'organismo ha un mandato preciso e l'incarico di ascoltare solo coloro che considera validi per fare chiarezza sugli eventi del 31 maggio 2010.

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