Fondazione internazionale, dubbi sulla convenzione per la Difesa di Gerusalemme

Beirut-Quds Press. L’accordo raggiunto tra Giordania, Autorità palestinese (Anp) e Israele, sul ritiro delle risoluzioni presentate all’Unesco contro Tel Aviv “mira a coprire i crimini dell’occupazione”. Lo ha affermato la Fondazione internazionale al-Quds, condannando la decisione, la cui notizia è trapelata ieri su diversi mezzi di informazione.

In un comunicato stampa diramato mercoledì 24 aprile, Yassin Hammoud, direttore generale della fondazione, ha dichiarato: “Il fatto che l’Anp, e nonostante la promozione della Palestina a Stato non membro presso le Nazioni Unite, non abbia deciso di ricorrere ad alcun elemento di forza per affrontare l’occupazione, ci stupisce. Inoltre, notiamo che gli sforzi congiunti, palestinesi e giordani, hanno subito una battuta d’arresto di fronte alle pressioni internazionali, statunitensi e israeliani, come dimostra la recente decisione del ritiro. Tutto ciò offre una copertura all’occupazione, per completare la distruzione del patrimonio di Gerusalemme”.

Hammoud ha riferito che “la convenzione per la Difesa di Gerusalemme, firmata tra Amman e Ramallah un paio di settimane fa, che dispone di coordinare gli sforzi per difendere tutti i luoghi santi, islamici e cristiani della città occupata di Gerusalemme, ed affrontare i tentativi di ebraicizzarla, è diventata oggetto di sospetti”. Ha aggiunto: “Ora nutriamo dei dubbi circa l’accordo firmato tra la Giordania e l’Anp, se il ritiro delle risoluzioni fosse il primo risultato di questo, noi lo respingiamo, chiedendo alle parti interessate di pubblicarne i contenuti e rivedere le loro posizioni”.

La fondazione di Gerusalemme ha ridimensionato l’importanza della prevista partecipazione israeliana alla sessione speciale di lavoro dell’Unesco, che si terrà nella capitale francese, Parigi, a metà maggio prossimo, per discutere la questione del ponte sulla Porta dei Magrebini (adiacente al muro occidentale della moschea di al-Aqsa). Ha dichiarato che la partecipazione non è una concessione israeliana nei confronti dei palestinesi, “bensì, essa rappresenta una macchia sulla fronte di coloro che hanno permesso all’occupazione di coprire un ruolo paritetico nella determinazione del destino dei nostri luoghi santi”.