Rivelazioni sorprendenti: un membro dell’ISIS dichiara di aver ricevuto finanziamenti dagli Stati Uniti

828761-isrevelations-1422423154-337-640x480Tribune.com.pk. Di Naveed Miraj.

Islamabad. Yousaf al Salafi, presunto comandante Pakistano dello Stato Islamico (ISIS) o Daish – ha confessato, nel corso delle indagini, di aver ricevuto fondi dagli Stati Uniti.

Il 22 gennaio le forze dell’ordine hanno annunciato l’arresto di al Salafi e di due suoi complici, nel corso di un blitz condotto nella città di Lahore. In realtà, secondo alcune fonti, l’uomo sarebbe stato arrestato già nel mese di dicembre, ma l’operazione sarebbe stata resa ufficiale solo in seguito.

“Nel corso degli interrogatori, Yousaf al Salafi ha dichiarato di aver ricevuto finanziamenti provenienti dagli Stati Uniti, per fondare un nucleo dell’organizzazione in Pakistan e reclutare giovani combattenti da inviare in Siria”: questo è quanto rivelato al Daily Express in forma anonima da una fonte ben informata sulle indagini.

Al Salafi, di nazionalità sirio-pakistana, è entrato in Pakistan attraverso la Turchia cinque mesi fa. Sembra che già in precedenza abbia attraversato il confine turco per accedere in Siria, dove è stato catturato. È riuscito però a fuggire e a raggiungere il Pakistan, dove ha fondato un nucleo dell’ISIS.

Secondo alcune fonti, le rivelazioni di al Salafi sarebbero state comunicate al Segretario di Stato statunitense John Kerry durante la sua recente visita a Islamabad. Ne sarebbe stato informato anche il Generale Lloyd Austin, capo del Comando Centrale statunitense, durante la visita a Islamabad all’inizio del mese.

Nel corso degli interrogatori, Al Salafi ha rivelato anche che, insieme ad un complice pakistano, presumibilmente imam di una moschea, ha reclutato persone che combattevano in Siria, ricevendo circa 600 dollari per ogni combattente arruolato.

“Gli Stati Uniti non dovevano dare l’impressione di finanziare il gruppo per sostenere i propri interessi; per questa ragione, ha lanciato un’offensiva contro l’organizzazione in Iraq, ma non in Siria,” ha continuato.

Vari documenti attestano che cittadini dalla Libia, dall’Afghanistan, dal Pakistan, dall’India e da altri paesi sono stati reclutati dall’ISIS per combattere in Siria. In diverse città del Pakistan sono apparsi anche poster e scritte murarie in favore dell’ISIS.

Pubblicato su The Express Tribune, 28 gennaio 2015.

Traduzione di Romana Rubeo