Palestina sotto la neve

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Betlemme-Ma’an. Venerdì, negozi e uffici sono stati chiusi a causa di una grande tempesta di neve che ha colpito la regione e ha lasciato quasi un metro di neve in alcuni posti.

La nevicata è iniziata giovedì ed è continuata fino alla mattinata di venerdì, ricoprendo le colline lungo la regione con uno spesso strato di neve, che ha chiuso vie e grandi strade.

Una pioggia fredda ha continuato a colpire la regione venerdì notte, e si pensava che sarebbe continuata fino sabato, con le temperature in aumento, mentre la tempesta – chiamata “Jenny” dai metereologi – prosegue verso il sud.

I servizi di emergenza hanno dichiarato che fino al pomeriggio ci sono stati 16 incidenti d’auto e che i soccorsi sono stati chiamati almeno in 215 casi dall’inizio della tempesta, la maggior parte dei quali sono terminati con cittadini portati all’ospedale.

Gli spazzaneve sono passati per le strade delle più grandi città della Cisgiordania riaprendo le vie, ma il ministro dei Lavori pubblici e delle Politiche abitative ha affermato che in diverse aree la maggior parte delle strade era ancora bloccata.

Il ministro ha affermato che nella regione di Hebron, l’80 per cento delle strade interne sono bloccate dalla neve, mentre la Route 60, controllata da Israele, è aperta ma estremamente difficile da percorrere.

Nel frattempo, a Betlemme le strade più importanti sono aperte, ma il ministro ha chiesto ai residenti di rimanere nelle loro case, poiché gran parte delle strade continua in condizioni precarie o difficili.

A Ramallah sono prevalse simili condizioni, sebbene la strada est verso Silwad sia per lo più rimasta chiusa, secondo quanto dichiarato dal ministro.

Anche nella Gerusalemme est occupata, la pesante nevicata ha bloccato le strade principali. A causa della mancata riapertura da parte della municipalità israeliana delle strade nei quartieri palestinesi, in svariate aree gli stessi abitanti hanno dovuto avventurarsi nello sblocco delle strade.

Nei cortili della moschea di al-Aqsa, tuttavia, in centinaia si sono riuniti per prendere parte a una grande lotta contro la neve, approfittando del tempo freddo e del fresco manto bianco che ricopriva il terzo sito più sacro dell’Islam.

La tempresta di neve ha anche colpito le comunità palestinesi dentro Israele – dove le nevicate sono rare -, incluse Nazaret in Galilea, Abu Ghosh nella Gerusalemme Occidentale, Beersheba e le comunità beduine nel deserto del Negev, nel sud.

Persino l’energia è andata via nella città di Arad, nel sud di Israele, mentre squadre israeliane hanno combattuto per far fronte agli impatti della tempesta sulle infrastrutture del Paese. Molte vie principali, inclusa l’autostrada 1 e 443 verso Gerusalemme, erano ancora chiuse nel pomeriggio di venerdì.

Nel frattempo, la pioggia fredda e la grandine hanno martellato Gaza e la costa palestinese venerdì, con circa 1,8 milioni di persone nella Striscia che stanno lottando per sopravvivere tra i normali black-out e l’accesso limitato a carburante per i generatori.

Circa 110 mila persone hanno perso la casa durane l’ultimo attacco estivo israeliano sulla Striscia di Gaza, che ha lasciato circa 2200 morti, e decine di migliaia sono ancora alloggiati in abitazioni non riscaldate e scadenti.

Traduzione di H.F.L. e di Edy Meroli