A febbraio Israele ha confiscato 120 ettari e ha demolito 10 abitazioni

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Betlemme-Quds Press. L’istituto palestinese, specializzato nell’osservazione e monitoraggio delle violazioni e delle attività di insediamento nei territori occupati della Cisgiordania, ha asserito che, dall’inizio del mese di febbraio 2015, gli attacchi israeliani non sono cessati.
Nella città di Gerusalemme, Cisgiordania e nella Striscia di Gazza, i Palestinesi hanno subito diversi attacchi rivolti soprattutto alle loro terre e ai loro averi. In queste località, i coloni e l’esercito di occupazione non perdono occasione per ostacolare e molestare i Palestinesi ovunque si trovino, ponendosi questo punto come obiettivo principale.
L’Applied Research Institute-Arij, ha affermato che l’escalation degli attacchi e dei soprusi messa in atto dal governo israeliano non cesserà. Questi attacchi, saranno intensificati nei prossimi giorni, e questo a causa dell’avvicinarsi delle elezioni israeliane che avranno luogo tra circa quindici giorni. L’istituto di ricerca, nel comunicato stampa emesso mercoledì 4 marzo, ha dichiarato che l’organo israeliano che si occupa dell’amministrazione civile, ha emesso quattro ordini militari.
Tali ordini prevedono la confisca di 553 ettari di terra palestinese e la minaccia di confisca di altri 870 ettari. Gli ordini, includono anche la distruzione di circa un migliaio di alberi e la minaccia di sradicamento di altri 2000.
Il comunicato, contiene anche un’aggiornamento sulle attività di distruzione e demolizione delle abitazioni e strutture palestinesi.
A Gerusalemme sono state distrutte due abitazione e un’altra struttura. A Hebron, invece, sono state distrutte due abitazioni e due strutture. Le case demolite a Nablus sono state quattro. Decine ora sono le famiglie palestinesi rimaste senza un tetto o una fonte di sostentamento. “Le abitazioni e le strutture sono state costruite senza licenza”, questa è stata la risposta delle autorità israeliane a tali soprusi messi in atto dai suoi organi esecutivi.
Nel frattempo, sono stati emessi altri 52 ordini che interessano altre abitazioni e strutture palestinesi nelle varie province della Cisgiordania. Per Hebron, sono stati previsti circa 30 interventi di demolizione, mentre a Gerusalemme sono stati assegnati 18 interventi. Nemmeno Ramallah si salva: per essa sono stati previsti tre interventi.
Traduzione di Asmaa Aboulabil
(Foto di repertorio)