Afghanistan, drone USA fa strage prima di partire

Di Lorenzo Poli per InfoPal. Continuano i raid statunitensi contro i presunti affiliati al gruppo terroristico ISIS-K in Afganistan dopo l’attentato all’aeroporto di Kabul della settimana scorsa. Lunedì, un drone degli Stati Uniti ha colpito una casa a Kabul ed i 9 occupanti sono morti. Tra le vittime 6 bambini della stessa famiglia: Armin, di 4 anni, Benyamin di 3 anni e le altre due sorelle, Ayat e Sumaya, di 2 anni. Il fratello superstite delle vittime ha aggiunto che le persone uccise erano una famiglia normale e non avevano legami con il gruppo terrorista. Secondo quanto sostenuto dal Washington Post, le vittime stavano uscendo da una vettura nel vialetto della loro casa quando il drone li ha colpiti. Ecco smontato, in pochi fatti, il cosiddetto lavoro “umanitario” dei soldati americani. Secondo quanto riporta Sputnik, le operazioni dei droni statunitensi effettuate in diversi Paesi contro gruppi terroristici sono state ritenute molto controverse a causa delle morti civili, che i capi militari hanno definito “danni collaterali”. Le vittime civili sono diventate pubblicamente note a causa di indagini indipendenti. Il mese scorso, l’ex analista dell’aeronautica statunitense, Daniel Hale, è stato condannato a una pena detentiva dopo aver fatto trapelare informazioni riservate sugli attacchi dei droni statunitensi dal suo dispiegamento in Afghanistan che, secondo quanto riferito, hanno ucciso persone innocenti, compresi minori.
Ora, dopo aver evacuato oltre 120mila persone in un mese, alle 21:29 ora italiana del 30 agosto 2021, l’ultimo C-17 americano è decollato dall’aeroporto Karzai di Kabul. Le truppe americane hanno lasciato l’Afghanistan e il generale del Pentagono, Kenneth Franck McKenzie ha annunciato la fine della più lunga guerra della storia degli Stati Uniti.
In tutto ciò, nonostante la guerra sia finita, la propaganda mediatica di guerra sulla “bontà” e sull’umanitarismo dei soldati inglesi, italiani e americani non è ancora finita. Come se in questi vent’anni la guerra più lunga della NATO non avesse creato un morto e fosse stata veramente un’operazione di peacekeeping e che continui ad esserlo con le attuali evacuazioni. Ancora una volta è doveroso sottolineare come la guerra sia finita, ma la propaganda di guerra continui imperterrita, esaltando tutti i meriti delle operazioni salvifiche dei soldati americani… Gli stessi che quella guerra l’hanno voluta, l’hanno combattuta, hanno frammentato il Paese e l’hanno lasciato peggiore di come l’hanno trovato nel 2001.

Oggi, una vittoria continuano ad averla ed è di tipo mediatico: la gente sta applaudendo gli americani perché stanno “evacuando” l’Afghanistan e “salvando” persone. Le stesse persone si dimenticano che sono gli stessi americani che hanno creato la crisi umanitaria in Afghanistan; che hanno bombardato l’Afghanistan per vent’anni; che quando volevano (per prova) sganciavano un MOAB sopra la testa degli afghani; che se non fossero intervenuti avrebbe contenuti i danni.
Eppure… Nonostante ciò c’è gente che li applaude “per salvare le donne afghane” e  che dopo vent’anni si beve ancora la retorica imperialista della “liberazione delle donne afghane”.
Nessuno dice che finalmente stanno adempiendo ai propri doveri di ex (ormai, si spera) Stato occupante.