Bush visita Ramallah e Betlemme accompagnato da una vasta protesta palestinese

Questa mattina (giovedì) il presidente americano George Bush arriverà nella città di Ramallah in Cisgiordania, dove incontrerà il presidente palestinese Mahmud Abbas. Si tratta della seconda tappa del suo giro di visite nell’area, dopo che la prima lo ha visto a Israele.

Fonti palestinesi hanno riferito che Abbas e Bush parteciperanno ad un incontro allargato, con le loro due rispettive delegazioni, nella sede della Muqataa a Ramallah, e che quindi i due terranno una conferenza stampa, seguita da un incontro a due.

Le fonti hanno precisato che Abbas incontrerà nel suo ufficio a Ramallah anche il Ministro degli Esteri americano Condoleeza Rice, mentre Bush incontrerà da solo il Primo Ministro di Ramallah Salaam Fayyad.

È inoltre previsto per oggi a mezzogiorno che Abbas incontri il presidente americano Bush e la sua delegazione per un pranzo di lavoro, prima della visita di Bush – dalla forma dichiaratamente religiosa – alla città di Betlemme. 

Per Bush si tratta della prima visita a Ramallah in qualità di presidente, ed è un avvenimento che ha costretto la città ad una sorta di “coprifuoco”.

Le forze di sicurezza palestinesi hanno infatti dichiarato di aver rafforzato le misure di sicurezza chiudendo sia le scuole della città sia le vie principali intorno alla Muqataa, e chiedendo ai cittadini di non salire sui tetti delle case.

Le misure di sicurezza hanno incluso, oltre alla città di Ramallah, anche il vicino centro di al-Bireh e la città di Betlemme, dove si trova la Chiesa della Natività, che Bush visiterà nel pomeriggio. 

La visita di Bush incontra una grande opposizione: la maggior parte delle fazioni palestinesi, Hamas in testa, ha organizzato manifestazioni popolari, condannando la visita e i suoi obiettivi, che appaiono associati agli interessi dell’occupazione israeliana.

A Ramallah sono previste due manifestazioni, la prima organizzata dalle fazioni nazionali ed islamiche palestinesi e la seconda dall’Associazione per i Detenuti Palestinesi, quest’ultima per chiedere a Bush di premere sullo stato di occupazione perché liberi i detenuti dalle sue prigioni e dimostri così il proprio serio impegno per la pace.

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