Carovane per Gaza e/o pressioni per l’apertura definitiva dei valichi?

Carovane per Gaza e/o pressioni per l’apertura definitiva dei valichi?

I convogli umanitari diretti a Gaza sono ancora prioritari, o la situazione relativa ai generi necessari è migliorata tanto da rendere più importanti altre missioni, come quelle politiche, diplomatiche, di relazioni pubbliche, di cooperazione internazionale, di aiuto allo sviluppo, di informazione e di pressione – lobbying – per l’apertura permanente del valico di Rafah, e la creazione di un’area di libero scambio che permetta un’indipendenza economica e lavorativa per la popolazione?

Certo, le une non escludono le altre, ma forse sarebbe interessante se la solidarietà con Gaza da assistenzialistica si trasformasse, appunto, in aiuto allo sviluppo, in politica, in relazioni internazionali, in scambi professionali (anche nel settore socio-sanitario).

L’assistenzialismo è fondamentale di fronte alle urgenze, alle tragedie, ma la situazione della Striscia, dal punto di vista dei beni necessari, è migliore di quella in Cisgiordania. Tuttavia, essa è ancora una prigione a cielo aperto a causa della chiusura dei valichi – Rafah compreso. L’assedio va dunque tolto, come promesso dall’Egitto della Fratellanza.

Sappiamo che fare carovane per Gaza è stato importante fino a non molto tempo fa, ma, ora, di fronte a governi amici, è più facile e meno compromettente essere a capo di delegazioni umanitarie piuttosto che creare lobby per costringere questi Paesi ad aprire un valico (quello di Rafah, ovviamente), che permetterebbe finalmente lo sviluppo e l’occupazione della popolazione, e non solo di un ristretto gruppo.

Forse è giunto il tempo di fare un salto di qualità e, a fianco della solidarietà umanitaria, laddove è ancora necessaria, lavorare a un profondo e rapido cambiamento, cosicché l’assistenzialismo non sia più l’unica opzione della solidarietà. Con buona pace di chi, con esso, s’è costruito un mestiere e una visibilità spesso principalmente a favore di macchina fotografica e telecamera, e della propria carriera personale.

 

Angela Lano