Cisgiordania, venerdì, l’occupazione reprime tre manifestazioni pacifiche

marcia venerdì cisgiordaniaRamallah-Quds Press. Venerdì 10 maggio, le forze israeliane hanno represso tre marce pacifiche organizzate in diverse parti della Cisgiordania, per protestare contro gli attacchi israeliani ai danni della moschea di al-Aqsa e i simboli religiosi, islamici e cristiani, della città occupata di Gerusalemme.

Nel villaggio di Kafr Qaddum, a Qalqilia, nord della Cisgiordania, decine di palestinesi sono rimasti intossicati, mentre il giardino di un’abitazione ha preso fuoco, quando le forze di occupazione hanno represso la marcia settimanale del villaggio, organizzata per protestare contro gli insediamenti e chiedere la riapertura della strada principale di Kafr Qaddum, chiusa molti anni fa.

In un comunicato stampa, Murad Ishtiwi, coordinatore per l’informazione sulle manifestazioni di Kfar Qaddum, ha reso noto che la marcia è partita sotto lo slogan “Gerusalemme è la chiave della pace e della guerra”, e con l’obiettivo di rispondere alle ripetute irruzioni dei coloni nella moschea di al-Aqsa. Il coordinatore ha riferito che all’evento hanno partecipato centinaia di palestinesi, attivisti solidali internazionali e pacifisti israeliani.

Ishtiwi ha aggiunto che “la sicurezza e la protezione di Gerusalemme rappresentano una linea rossa per la stabilità dell’intera regione. Il popolo palestinese non resterà di certo a guardare le aggressioni israeliane”.

A Betlemme, le forze di occupazione israeliane hanno represso due marce pacifiche, organizzate nei villaggi di al-Ma’sara e al-Walaja, con decine di partecipanti palestinesi rimasti feriti a causa degli attacchi dei soldati israeliani.

Hassan Barijiyah, coordinatore del Comitato popolare contro il Muro, ha riferito che l’esercito israeliano ha anche aggredito i bambini presenti alla marcia di Ma’sara, intitolata “la giornata della collera per al-Aqsa”, aggiungendo che i soldati israeliani hanno attaccato un bambino palestinese e cercato di arrestarlo, prima che riuscisse a scappare via.

Barijiyah ha ritenuto che i tentativi israeliani di ebraicizzare la città e la moschea di Gerusalemme sono destinati a fallire, in quanto “l’occupazione è pienamente consapevole di non avere alcun diritto storico su questo territorio sacro”. Ha osservato che l’arresto del Gran Mufti di Gerusalemme, e la precedente aggressione contro un sacerdote cristiano dimostrano che “il governo israeliano ha pienamente fallito i suoi intenti”.

Nello stesso contesto, le forze di occupazione hanno represso una manifestazione nel villaggio di al-Walaja, a Betlemme, organizzata per protestare contro l’assedio imposto sul villaggio, il cui ingresso è stato chiuso da un cancello di ferro, per impedire agli abitanti palestinesi di entrare o uscire.