Coalizione tribù del Sinai: ufficiali di Dahlan formano una “cellula dormiente” nell’area

Il Cairo-Quds Press. Un attivista politico egiziano ha rivelato la presenza nel Sinai di decine di palestinesi, ex membri di Fatah, scappati dalla Striscia di Gaza, quando, nel 2006, Hamas estese il proprio controllo sulle sedi amministrative e della sicurezza nell’enclave costiera. Fonti convergenti riferiscono che si tratta di ex ufficiali palestinesi, seguaci del leader di Fatah, Mohammed Dahlan, che sta affrontando una serie di accuse relative a casi di corruzione, dinanzi ai giudici dell’Autorità palestinese (Anp) di Ramallah.

In alcune dichiarazioni rilasciate al sito web egiziano Bawabat al-Ahram, Dott. Naim Jaber, coordinatore generale della Coalizione delle tribù del Sinai, ha rivelato che si tratta di circa 200 persone, che vivono nella città di el-Arish, con permessi di soggiorno egiziani e salari pagati mensilmente da Fatah. Egli ha definito loro “le cellule dormienti nel Sinai”, aggiungendo che  essi “sono conosciuti per nome, e vivono, in particolare, negli chalet della città di al-Arish, da molto tempo”.

Dal canto suo, Issam el-Erian, vice presidente del partito Libertà e Giustizia, il braccio politico della Fratellanza Musulmana in Egitto, aveva accusato Mohammed Dahlan di “disseminare elementi nel Sinai, con il finanziamento degli Emirati Arabi Uniti, allo scopo di destabilizzare l’area”, indicando il possibile coinvolgimento di Dahlan nel sequestro dei sette soldati egiziani , rilasciati lo scorso fine settimana. Il movimento di Fatah in Egitto, in un comunicato stampa diramato domenica 26 maggio, ha deplorato “i tentativi di coinvolgerlo in qualsiasi problema o avvenimento sulla scena egiziana, attraverso un gruppo di leader che addossano a Fatah delle responsabilità, senza avere alcuna informazione vera e propria”.

Fatah ha più volte dichiarato che la sua politica “si basa principalmente sulla non ingerenza negli affari interni di qualsivoglia stato, nutrendo il massimo rispetto per la sovranità nazionale e istituzionale”. Esso ha espresso il proprio stupore “per le recenti dichiarazioni che coinvolgono i membri dell’organizzazione presenti sul suolo egiziano nel caso del rapimento dei soldati, nonostante la responsabilità dell’incidente sia chiare a tutti, e in particolare all’eroico popolo egiziano e alle sue istituzioni ufficiali”.