Comitato dei detenuti in sciopero: ‘No a soluzioni a metà e avanti con lo sciopero’

Comitato dei detenuti in sciopero: ‘No a soluzioni a metà e avanti con lo sciopero’

Ramallah – InfoPal. “Nessuna soluzione o proposta di soluzione ‘a metà’ proveniente dall’amministrazione carceraria israeliana verso le richieste del Movimento dei prigionieri palestinesi in sciopero della fame sarà accolta. Tra le richieste, ricordiamo che vi è anche la fine dell’assoluto divieto per i detenuti provenienti di Gaza di ricever le visite dai familiari, in vigore dal 2007. Nel complesso, chiediamo un ripristino delle condizioni di detenzione antecedenti all’anno 2000. Se non verremo ascoltati, continueremo con lo sciopero e siamo pronti ad affrontare le conseguenze”.

In seguito a un incontro tra l’amministrazione carceraria della prigione di Nafha e il comitato i detenuti, i palestinesi informano che hanno deciso di “rifiutare la somministrazione di vitamine” e che non andranno in clinica, “nemmeno se estremamente deboli”.

Nel carcere, gli ufficiali israeliani commentano: “Con tale decisione, i detenuti stanno correndo un alto rischio”, lasciando a intendere un ulteriore peggiormameto degli interventi punitivi nei loro confronti.

I detenuti palestinesi, in sciopero della fame dal 17 aprile scorso, sono determinati a continuare con la protesta.

Compatti, essi dichiarano di aspettarsi medesima unità dal campo, perché si facciano pressioni su Israele.

Al popolo palestinese, i detenuti scrivono: “Chiedendovi unità, non intendiamo suscitare emozioni fini a se stesse, ma perseguiamo conseguenze concrete e non ci arresteremo”.

Pertanto, alla nazione, al popolo palestinese, si chiede di “intervenire prima che sia troppo tardi”, precisando che “tutto il popolo palestinese è detenuto”.

“Tutti siamo martiri in questa condizione, sono violati la dignità e i diritti di tutti noi”.

“Giuriamo: ‘dignità o martirio’”.