Comitato per gli affari ecclesiastici chiede posizione decisiva per salvare la presenza dei cristiani palestinesi

Ramallah – WAFA. Lunedì, l’Alto Comitato presidenziale per gli affari ecclesiastici ha chiesto una posizione globale decisiva per salvare la presenza dei cristiani palestinesi.

Il presidente del Comitato, Ramzi Khoury, ha diffuso una lettera esortando i vescovi ed i capi delle chiese di tutto il mondo ad assumere una posizione decisa e seria per salvare la presenza dei cristiani palestinesi, in particolare nella Gerusalemme Est occupata, mentre i cristiani palestinesi affrontano la minaccia dello sfollamento dalle case e della confisca della loro proprietà da parte delle autorità d’occupazione israeliane.

Khoury li ha anche esortati ad agire immediatamente e ad esercitare una pressione incessante sui loro governi, affinché attuino le risoluzioni delle Nazioni Unite che chiedono di garantire i diritti legittimi del popolo palestinese, compreso il suo diritto ad uno Stato indipendente con Gerusalemme Est come capitale, sottolineando nel contempo che i palestinesi cristiani e musulmani allo stesso modo hanno diritto ad una vita dignitosa e che le chiese di tutto il mondo devono agire come partner nella realizzazione della giustizia e della pace.

Indicando le conseguenze del trionfo del fondamentalismo religioso dei coloni ebrei israeliani, in particolare a Gerusalemme, ha avvertito del picco di attacchi dei coloni, condonati dalla polizia israeliana, contro le proprietà della chiesa, nonché degli impatti negativi delle decisioni delle autorità d’occupazione sulla presenza cristiana palestinese.

Ha avvertito che queste decisioni delle autorità d’occupazione gettano le basi per una nuova Nakba, una nuova catastrofe in pieno svolgimento, una nuovissima pulizia etnica che colpisce la popolazione palestinese, specialmente a Gerusalemme.

Dopo aver fatto riferimento all’acquisizione da parte dei coloni di un appezzamento di terreno appartenente al Patriarcato greco-ortodosso a Silwan, all’inizio del 2023, e all’incursione del ministro della sicurezza nazionale israeliano di estrema destra Ben-Gvir nei cortili della moschea di al-Aqsa, ha concluso che i successivi governi israeliani promuovono l’unificazione del programma di alterazione del carattere geografico, demografico e storico e dello status della Città Santa di Gerusalemme, in violazione del diritto internazionale.