Congresso Usa al servizio dell’Aipac?

Di Janet Kobren (*)

Le pressioni dell'Aipac fanno sì che il Congresso approvi ogni anno una donazione di tre miliardi di dollari in aiuti militari a Israele, che in gran parte vengono destinati alle demolizioni delle case palestinesi, allo sradicamento di oliveti vecchi di millenni e allla riduzione degli abitanti dei Territori occupati alla povertà. 

“Mentre la gente delle nostre comunità soffre delle condizioni economiche più disastrose dal tempo della Grande Depressione, ci indigna profondamente che dei politici locali assecondino ancora una lobby che vuole deviare miliardi di dollari delle tasse americane per realizzare un'occupazione brutale in Medio Oriente”, sono le parole di Jim Harris, della Stop Aipac.

Alla protesta contro l'Aipac (American Israel Public Affairs Committee) si è unito il boicottaggio della Ahava [compagnia israeliana di cosmetici presente anche negli Usa, in Regno Unito e in altre parti del mondo, ndr]. Gli attivisti dell'associazione vogliono mostrare come gli individui possono usare il loro potere d'acquisto per sabotare e scoraggiare gli investimenti nei crimini di guerra d'Israele, fornendo un esempio di quello che ritengono dovrebbe fare anche il governo Usa: disinvestire, ovvero porre fine agli aiuti militari a Tel Aviv.

Una coalizione di attivisti, alcuni vestiti in abbigliamento da beauty farm, si riuniranno presso un distributore che vende prodotti Ahava, per dirgli: basta cosmetici Ahava!

Dal giugno 2009, gli attivisti esercitano pressioni sui negozi di tutto il mondo perché non importino più i prodotti dei laboratori della Ahava Dead Sea: il suo impianto di produzione e il suo centro visitatori si trovano infatti nei pressi delle rive del Mar Morto, nella colonia illegale di Mitzpe Shalem, Cisgiordania occupata. Tutte le colonie israeliane in Cisgiordania sono abusive per la legge internazionale. Nonostante i prodotti siano fabbricati in Cisgiordania, Ahava li etichetta come “prodotti d'Israele”, una pratica che è illegale anche per la legge dell'Unione Europea, e sulla quale stanno indagando Regno Unito e Olanda. Per ulteriori informazioni, visitate il sito http://www.stolenbeauty.org.

(*) Membro della Us boat to Gaza. Ha fatto parte della prima Freedom Flotilla to Gaza, a bordo della nave Svendoni – 8000. Ha scritto la postfazione del libro “Verso Gaza. In diretta dalla Freedom Flotilla“.

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Video: http://www.youtube.com/watch?v=GbIbnkL7t3Y&feature=player_embedded

 

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