Consiglio norvegese per i rifugiati: un’offensiva israeliana a Rafah sarebbe fatale per i civili sfollati

Oslo. Gli attacchi militari di Israele intorno a Rafah e gli appelli per un assalto militare su larga scala al governatorato, dove oltre un milione di persone sono sfollate, porteranno ad altre morti tra i civili e rischiano di bloccare il sistema di aiuti a Gaza, ha avvertito giovedì il Consiglio norvegese per i rifugiati.

“Un’espansione delle ostilità potrebbe trasformare Rafah in una zona di spargimento di sangue e distruzione da cui la gente non potrà fuggire. Non c’è più nessun posto dove fuggire”, ha dichiarato Angelita Caredda, direttore regionale del Consiglio norvegese per i rifugiati per il Medio Oriente e il Nord Africa.

Le condizioni a Rafah sono già terribili e un’operazione militare israeliana su larga scala causerà un’ulteriore perdita di vite civili”. Gli operatori umanitari sono alle prese da mesi con insicurezza e aiuti insufficienti. Gli attacchi nelle aree in cui forniscono cibo, acqua e riparo significano che questo supporto salvavita sarà ostacolato, se non del tutto interrotto”.

Rafah, grande 63 chilometri quadrati, è oggi il governatorato più sovraffollato della Striscia di Gaza, con una densità media di oltre 22.200 persone per chilometro quadrato, cinque volte superiore ai livelli precedenti al conflitto. Un maggiore accesso all’assistenza salvavita è fondamentale per gli 1,4 milioni di palestinesi ora stipati nell’area, ovvero due terzi della popolazione di Gaza.

Una valutazione della NRC su nove rifugi che ospitavano 27.400 civili a Rafah ha rilevato che le persone non hanno acqua potabile, docce o prodotti per l’igiene personale. I rifugi funzionano al 150 per cento della capacità, mentre centinaia di sfollati passano la notte per strada.

Malattie, tra cui epatite A, gastroenterite, diarrea, vaiolo, pidocchi e influenza, sono state segnalate in ogni luogo esaminato. Secondo l’NRC, l’inasprimento delle ostilità a Rafah potrebbe far collassare la risposta umanitaria.

Si è intensificata anche l’offensiva militare israeliana terrestre nelle aree residenziali di Khan Yunis, dove gli ultimi ordini di trasferimento hanno spinto la popolazione verso la periferia del governatorato e verso Rafah. Questi ordini di trasferimento non hanno incluso garanzie di sicurezza, alloggio e ritorno, e quindi equivalgono a trasferimenti forzati.

“I ripetuti ordini di trasferimento emessi dalle autorità israeliane in quattro mesi di ostilità hanno costretto decine di migliaia di persone a fuggire più volte in aree non sicure e dove non è disponibile un riparo”, ha dichiarato Caredda.

“I palestinesi vengono spinti in angoli minuscoli, vicoli stretti e rifugi sovraffollati mentre le aree residenziali continuano ad essere bombardate”. La NRC ha chiesto un cessate il fuoco immediato, fondamentale per salvare vite umane e aumentare l’assistenza umanitaria.

(Fonti: Wafa, Quds News).

Traduzione per InfoPal di F.H.L.