Palestina occupata – InfoPal. Israele s’impegna a rilasciare cinque prigionieri palestinesi, ma contro la loro liberazione impone la condizione della deportazione per almeno due anni.
I cinque detenuti restano in detenzione in isolamento per volere dell’Intelligence, lo Shabak. I palestinesi sono stati interrogati nel carcere di Jalama e, nonostante non siano emerse prove contro di essi, Israele continua a detenerli in isolamento.
Altre sanzioni e varie forme di punizione con la detenzione in isolamento si riportano dalle prigioni dell’occupazione israeliana di Megiddo, Negev, Jalama e Raymon.
Il carcere israeliano di Megiddo, in particolare, è stato oggi al centro di vaste operazioni di trasferimento di detenuti palestinesi, sia in uscita che in entrata.
250 palestinesi sono stati portati a Megiddo dai penitenziari ubicati a nord e a sud del Paese. Per accoglierli, l’amministrazione carceraria avrebbe disposto la riapertura della sezione n. 7 insieme all’allestimento di tende.
Dalla Fondazione per i Diritti Umani, Tadamon, il ricercatore Ahmed al-Betawi, rende noto che vige, da almeno due mesi, il totale divieto di visita per i 120 prigionieri palestinesi detenuti nelle sezione n.8 di Megiddo.
A Megiddo, inoltre, sono stati posti in isolamento i due prigionieri palestinesi, Wajdi al-Jalad, di Tulkarem, condannato a 22 anni di prigione, e Nemer al-‘Atara, leader del Movimento dei prigioneiri. Per entrambi l’accusa israeliana è di aver tentato di introdurre all’interno del carcere telefoni cellulari durante una visita dei familiari.
Ma a Megiddo nessun media viene introdotto da almeno tre mesi, e oggi, anche il leader di Hamas, Shaykh Ra’faat Nasif, in detenzione amministrativa dal 2009, è stato trasferito dalla prigione di Shata verso la sezione n. 5 di Megiddo.
Preoccupa lo stato di salute di Riyad al-‘Amur, prigioniero palestinese di Taqu’ (Betlemme) arrestato nel 2003 e condannato all’ergastolo. Oggi ha 42 anni e soffre di problemi cardiaci, dovrebbe sottoporsi a un intervento per la sostituzione del pacemaker, ma Israele glielo vieta.
‘Abdel Fattah al-Khalil, direttore della Società dei prigionieri, fa sapere che al-‘Amur perde i sensi anche fino a 15 volte al giorno.
Tadamon si fa anche portavoce di un messaggio di critica del prigioniero palestinese Mahmoud Sharitah, membro del comitato per lo sciopero del Movimento di prigionieri.
Per Sharitah “E’ presto per parlare di vittoria dello sciopero, quando detenzioni in isolamento e amministrative restano tali e quali al periodo precedente all’accordo”.
Il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FplP) invita prigionieri e fazioni palestinesi a sostenere oggi uno sciopero della fame in solidarietà con i detenuti Mahmoud as-Sarsak, Akram ar-Rikhawi e Samer al-Baqar, rispettivamente al 89°, al 60° e al 40° giorno di sciopero della fame contro l’illegalità della loro detenzione in Israele.