Donne palestinesi detenute sotto attacco nel carcere di Damon

Imemc. Le donne palestinesi detenute nel carcere di Damon sono soggette a severe sanzioni, private delle visite dei familiari e messe in isolamento, secondo quanto riferito da prigioniere e avvocati. A loro è anche negato l’accesso alla “mensa” (magazzino del carcere) e vengono sottoposte a multe pecuniarie.

Taghreed Jahshan, avvocato dell’Organizzazione delle Donne per i Prigionieri Politici, ha fatto visita alle donne e ha riferito che subiscono sanzioni da una settimana, dal 22 giugno, nel silenzio dei media.

Una delle detenute più importanti in isolamento è Shireen Issawi, 39 anni, avvocato palestinese condannata a quattro anni di carcere, accusata di aiutare le famiglie dei suoi clienti a sostenerli finanziariamente in prigione. È anche la sorella di un palestinese rilasciato e riarrestato dopo un lungo sciopero della fame, Samer Issawi, ed era la portavoce pubblica della sua campagna durante lo sciopero.

Dalal Abu Hawa, 39 anni,condannata a un anno di carcere, è tenuta in isolamento. Entrambe sono state trasferite dalla prigione di Damon al centro interrogatori di Jalameh/Ketziot, a quanto riportato a causa della mancanza di celle di isolamento nella prigione di Damon.

Inoltre Haifa Abu Sbeih, ex prigioniera, ha riferito che Sabah Faraoun, la cui detenzione amministrativa, senza accuse nè processo, è stata prolungata di altri quattro mesi, è detenuta in isolamento. Abu Sbeih ha affermato a Wattan TV che le detenute hanno subito una serie di sanzioni, incluse le multe e la negazione delle visite dei familiari. Alcune detenute sono state multate di 700, 500 e 200 shekel mentre ad altre hanno confiscato apparecchi elettronici.

Ad Ansam Shawahneh, 20 anni, sono state negate tutte le visite familiari per oltre quattro mesi e ora dovrà affrontare periodi anche più lunghi.

Shawahneh ha affrontato una corte militare il 20 giugno; è accusata di aver tentato di colpire un soldato dell’ occupazione israeliana. Il 20 giugno le era stato detto in tribunale che sarebbe stata condannata a quattro o cinque anni di carcere, in attesa dell’approvazione del soldato in questione. I membri della sua famiglia, parlando a Asra Media, hanno sollevato un’obiezione estrema per i termini della condanna e per il ruolo individuale dei soldati nel determinare la condanna dei prigionieri politici palestinesi.

Ataya Abu Aisha, 29 anni, è la rappresentante delle donne detenute a Damon da quando Abu Sbeih era stata liberata. È una delle detenute sottoposte a rigide sanzioni all’interno della prigione. La repressione ha colpito le donne palestinesi detenute a seguito delle proteste dei prigionieri per la negazione dei loro diritti all’interno del carcere.

Su 56 donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane, 23 si trovano nel carcere di Damon; la maggior parte sono detenute nelle prigioni di Damon e di HaSharon.

Zeinab Ankoush, madre di Adel Ankoush, 19 anni, ucciso dalle forze dell’ occupazione israeliana a Gerusalemme insieme a Bara’a Saleh Atta e Osama Atta dopo aver eseguito un attacco con il coltello contro le forze armate di occupazione, è stata imprigionata per una settimana quando è stata sequestrata dalla casa della famiglia a Deir Abu Mashaal, nei pressi di Ramallah; è stata portata davanti alla corte militare di Ofer il 29 giugno, accusata di “incitamento” per aver parlato della morte del figlio. Nel frattempo, il marito – il padre di Adel – Hassan Ankoush è stato sequestrato dalle forze dell’occupazione israeliana durante una serie di incursioni prima dell’alba di giovedì 29 giugno, mentre le forze hanno anche invaso e saccheggiato la casa di famiglia di Osama Atta.

Traduzione di Edy Meroli