Egitto: un Fratello Musulmano alle presidenziali causa preoccupazioni retoriche in Israele

Egitto: un Fratello Musulmano alle presidenziali causa preoccupazioni retoriche in Israele

Il Cairo – InfoPal. Sabato scorso, i Fratelli Musulmani in Egitto hanno comunicato al pubblico il nome del proprio candidato alle prossime elezioni presidenziali. 

Khairat ash-Shater, è il numero due della Fratellanza in Egitto, ed è stato scelto in ambito elettorale dall’organo parlamentare per l’assemblea consultiva interna (Shura).
Ash-Shater è stato eletto per concorrere alla carica presidenziale con 56 voti a favore e 52 contrari.
Ora dovrà dimettersi dalla carica di vice presidente del Movimento al quale aderì nel 1981, all’epoca degli studi, per poi salire progressivamente di grado, fino a ricoprire, nel 1995, il ruolo guida del Consiglio.
Come molti dei suoi colleghi nella Fratellanza, ash-Shater è stato arrestato a più riprese; nel 2006, la corte egiziana lo condannò a 7 anni di prigione per terrorismo e riciclaggio di denaro.
Fu liberato solo dopo la caduta del regime di Hosni Mubarak.

Da molti descritto come una figura di spicco e forte, ma anche con grandi capacità comunicative con i diversi interlocutori; dalle forze armate a quelle politiche, in Egitto ash-Shater gode anche di grande stima per gli incarichi di natura finanziaria, quando aveva avuto rapporti diretti con la Banca Mondiale e con il Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gcc), al fine di ottenere sovvenzioni all’economia egiziana.

Soprattutto, sono in molti a sostenere che ash-Shater abbia opinioni moderate, e lo sanno anche in Occidente. Nel 2005, alla stampa britannica aveva detto: “Il successo della Fratellanza non deve far paura a nessuno, poiché noi rispettiamo i diritti di tutte le religioni e di ogni espressione politica”.

Il giorno dopo l’annuncio dato in conferenza stampa dal presidente dei Fratelli Musulmani, Mohammed Badie, la stampa israeliana con Yedioth Ahronoth, riporta alcune dichiarazioni, rimaste nell’anonimato.

“Un Stato islamico in Egitto ci preoccupa enormemente. In Occidente definiscono ash-Shater un moderato, ma per Israele resta pur sempre un Fratello Musulmano che non sarà in grado di preservare il Trattato di Pace con noi.

“Per noi, la notizia della sua candidatura alla presidenza d’Egitto è motivo di apprensione, perché nessuno tra i Fratelli Musulmani vuole l’esistenza di Israele, né la pace”.

Suleiman al-‘Awdah, assistente dell’Unione degli Ulama’ (giureconsulti musulmani), fornisce una lettura più esaustiva del ruolo che ash-Shater potrebbe svolgere in qualità di presidente in caso di vittoria.

“La presenza islamista nel post disordini regionali è un proseguimento della primavera araba, perché porta in sé il rinnovamento per definizione. E’ la realizzazione di scelte legittime e non credo che gli islamisti al potere strumentalizzerano o distorceranno il significato della religione islamica. In ogni caso, staremo a vedere quale sarà il loro modo di fare governo.

“La questione della loro piena legittimità è strettamente collegata al loro riconoscimento in Israele.  Credo che il problema del mondo arabo con Israele risieda in casa nostra, nella propria frustrazione a non riuscire a raggiungere uno sviluppo socio-economico.

“Oggi siamo già nel pieno della fase successiva, forse quella a partire dalla quale – sull’onda dell’emancipazione prodotta da scelte elettorali democratiche – il mondo arabo potrebbe guardare ad Israele con occhi nuovi”.

Elisa Gennaro