Euro-Med e RSF condannano divieti di viaggio israeliani per i giornalisti palestinesi

Palestina – Palestine Chronicle. Le organizzazioni Reporters sans frontières (RSF) e l’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor (Euro-Med Monitor) hanno condannato i divieti di viaggio israeliani nei confronti dei giornalisti palestinesi, e hanno chiesto la loro fine immediata, poiché impediscono a decine di reporter palestinesi di lasciare la Cisgiordania e la Striscia di Gaza, secondo quanto riferito dall’agenzia stampa ufficiale palestinese WAFA.

Un divieto di viaggio è stato anche imposto a Majdoleen Hassona, vincitrice del Premio RSF per l’indipendenza della libertà di stampa di quest’anno. Le autorità israeliane le hanno impedito di lasciare la Cisgiordania e tornare alla sua base di Istanbul, dove lavora per l’emittente pubblica turca TRT. Le hanno anche impedito di ritirare il suo premio RSF, secondo quanto affermato da WAFA.

Hassona certamente non è l’unica giornalista soggetta a tale divieto, secondo quanto affermato da RSF ed Euro-Med in una nota. Secondo un rapporto pubblicato da Euro-Med il 29 novembre, “diversi” giornalisti palestinesi sono soggetti a divieti simili che impediscono loro di viaggiare all’estero e lavorare liberamente.

RSF è a conoscenza di almeno 21 giornalisti palestinesi a cui è attualmente vietato di viaggiare all’estero. In molti casi, non viene fornita alcuna motivazione la restrizione. Quando l’RSF ha chiesto alle autorità israeliane di spiegare il perché a Hassona è vietato viaggiare, hanno semplicemente risposto che era per “motivi di sicurezza”, e non hanno fornito ulteriori informazioni.

“I divieti di lasciare i territori palestinesi che le autorità israeliane impongono ai giornalisti palestinesi violano chiaramente la loro libertà di movimento”, ha affermato Sabrina Bennoui, capo del Dipartimento per il Medio Oriente dell’RSF. “Le agenzie di intelligence e i tribunali israeliani usano la ‘riservatezza dei casi’ come pretesto per non fornire alcuna ragione e per mantenere queste restrizioni ad oltranza, in modo completamente arbitrario”.

Nour Olwan, direttore dell’ufficio stampa di Euro-Med, ha dichiarato: “I giornalisti non sono parte del conflitto e la loro copertura degli eventi attuali non è un crimine per cui dovrebbero essere puniti. Il perseguimento di tali politiche da parte delle autorità israeliane, contro i giornalisti palestinesi, è una battuta d’arresto contro la libertà di espressione ed il lavoro giornalistico”.

In molti casi, i divieti di viaggio sono rimasti in vigore per anni, hanno affermato le organizzazioni. In base a un precedente arresto, Nawaf al-Amer, direttore del reparto responsabile per la programmazione pubblica della tv al-Quds al-Arabi, è stato costretto a rimanere in Cisgiordania per “motivi di sicurezza” dal 1983.

Le vittime hanno condotto una battaglia estenuante per far revocare i divieti. Sami Abu Salem, che lavora per l’agenzia stampa WAFA ed è bloccato nella Striscia di Gaza dal 2016, ha dichiarato a RSF di aver ripetutamente tentato, senza successo, di recarsi in Cisgiordania per partecipare alle riunioni del consiglio di amministrazione di WAFA.

Israele è all’86° posto di 180 paesi nell’indice di libertà di stampa per il 2021 stilata da RSF, mentre la Palestina è al 132° posto.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.