Euro-Med Monitor: il via libera della UE ai programmi di spionaggio contro i giornalisti è estremamente pericoloso per la libertà di stampa

Ginevra-Wafa. La nuova bozza di legge approvata dal consiglio dell’Unione Europea consente ai governi di utilizzare misure di sorveglianza intrusive ed inaccettabili contro i giornalisti e le loro fonti, nel tentativo di metterli a tacere, minando il loro ruolo di vigilanza, ha dichiarato in un comunicato l’Euro-Med Human Rights Monitor, ricordando l’importanza fondamentale della libertà, del pluralismo e dell’indipendenza dei mass-media per alimentare la crescita di cittadini attivi e democrazie forti.

Il 21 giugno il Consiglio Europeo ha pubblicato una nuova bozza della legge europea sulla libertà dei media, con alcuni sviluppi preoccupanti che metterebbero a serio rischio i valori democratici fondamentali dell’Unione Europea e i diritti fondamentali, in particolare il rispetto della libertà e del pluralismo dei media e il diritto alla libertà di opinione.

Pubblicata nel settembre 2022, la prima bozza dell’Atto Europeo per la Libertà dei Media (EMFA) proponeva una nuova serie di regole per promuovere il pluralismo e l’indipendenza dei media in tutta la UE, impedendo l’interferenza politica nelle decisioni editoriali e garantendo la trasparenza nella proprietà dei media.

Tuttavia, la recente riunione del consiglio dell’Unione Europea ha compromesso il testo, consentendo l’inserimento di software spia nei telefoni e nei computer dei giornalisti qualora un governo lo ritenesse necessario nell’interesse di una vaga e fin troppo ampia sicurezza nazionale.

In particolare, l’art. 4 dell’EMFA, relativo ai “Diritti dei fornitori di servizi media”, consentirebbe deroghe, in caso di pericoli per la sicurezza nazionale, rispetto al divieto di utilizzare spy-ware contro i giornalisti, allungando l’elenco dei reati che consentono la sorveglianza contro i giornalisti e le loro fonti ed eliminerebbe le garanzie legali contro l’uso di spy-ware pericolosi da parte degli stati membri.

Per quel che riguarda le deroghe, l’elenco dei reati che consentono misure di sorveglianza invasive verrebbe esteso oltre il terrorismo o le minacce alla sicurezza nazionale, includendo altri 32 reati che vanno dall’omicidio o dalla violenza grave al furto, alla pirateria di musica o video e a qualsiasi reato che possa comportare una pena detentiva di cinque anni, in violazione del principio di proporzionalità.

Anche se la bozza deve essere ancora approvata dal parlamento europeo prima di diventare legge, il nuovo progetto e i suoi possibili impatti futuri sono già di per sé allarmanti.

In primo luogo, la proposta di concedere ai governi il potere di spiare i telefoni e i computer dei giornalisti mette le fonti dei giornalisti a rischio di identificazione e costituisce un forte deterrente per gli informatori, minacciando la riservatezza fondamentale delle fonti giornalistiche e favorendo un clima di impunità per il timore di parlare e di essere sorvegliati.

In secondo luogo, attraverso questa nuova disposizione, il consiglio incentiva fortemente la diffusione di spy-ware intimidatori basati esclusivamente sulla discrezionalità degli stati membri, nonostante i numerosi recenti scandali che hanno coinvolto l’utilizzo di malware, come Pegasus e Predator, per sorvegliare subdolamente le comunicazioni di giornalisti e politici, reprimere il dissenso e minare la democrazia.

In terzo luogo, la proposta di legge alimenta un’atmosfera di sfiducia e di aggressione ai media, potenzialmente normalizzando e aumentando il numero già preoccupante di minacce e attacchi contro giornalisti e altri professionisti dei mass-media, tra cui intimidazioni, detenzioni arbitrarie, sorveglianza illegale, violenza di genere, molestie o attacchi discriminatori, sia on-line che off-line, verificatisi negli ultimi anni in tutta Europa.

Da gennaio di quest’anno fino ad oggi, il Programma del Consiglio d’Europa dedicato alla protezione del giornalismo e alla sicurezza dei giornalisti ha registrato 105 gravi minacce alla libertà dei media, tra cui in particolare 86 casi di molestie e intimidazioni e 71 atti che hanno ridotto drasticamente le libertà dei media, oltre a 70 aggressioni fisiche contro i giornalisti e 29 nuovi casi di arresto e detenzione.

Nel complesso, questi allarmi mostrano un preoccupante modello di intimidazione dei giornalisti che richiede azioni urgenti da parte degli stati membri per sostenere il ruolo essenziale di una stampa libera nelle società democratiche, e non il contrario, ha dichiarato Euro-Med Monitor.

“La proposta di legge, nata per consentire ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro in modo indipendente in tutta Europa, tenta al contrario di silenziare legalmente le voci critiche e restringere gli spazi pubblici”, ha dichiarato Michela Pugliese, ricercatrice su migrazioni e asilo presso Euro-Med Monitor. “La bozza di EMFA alimenta un clima ostile e intimidatorio nei confronti dei giornalisti, legalizzando metodi inaccettabili di interferenza, ostruzione e molestia in nome di una sicurezza nazionale altamente discrezionale ed inquietante, e portando a implicazioni più ampie per i diritti di tutti i cittadini europei, ad esempio, di accedere a una pluralità di fonti di informazione che permettano loro di formarsi un’opinione, monitorare i loro governi ed esercitare consapevolmente il loro diritto di voto”.

In effetti, l’aggiornamento dell’EMFA è stato guidato in particolare dalla Francia, che è anche tra i paesi con il maggior numero di segnalazioni pubblicate sul programma del consiglio, soprattutto in relazione alla violenza o alle azioni aggressive delle forze dell’ordine francesi contro i giornalisti che coprono le proteste, che è un dibattito molto vivace anche in questo periodo.

È chiaro che quando i modelli di interferenza indebita e di molestie nei confronti del giornalismo indipendente diventano persistenti, si accompagnano a carenze più ampie nei sistemi giudiziari, nello stato di diritto e nella conduzione di elezioni libere ed eque, nonché a restrizioni più ampie dei diritti fondamentali dei cittadini, anch’essi essenziali per lo sviluppo di società libere e attente, ha aggiunto l’organizzazione per i diritti.

Euro-Med Human Rights Monitor ha invitato le istituzioni dell’Unione Europea a negoziare e condividere una “Legge europea sulla libertà dei media” che risulti chiara, solida ed efficace, in grado di proteggere a fondo la libertà dei media e il pluralismo in tutta Europa, come sancito in particolare dall’art. 11 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea; esortare i leader politici e le autorità nazionali ad astenersi dall’intimidire, minacciare o avallare la violenza contro i giornalisti; agire rapidamente e con determinazione per porre fine all’assalto contro la libertà di stampa, in modo che i giornalisti e gli altri attori dei mass-media possano riferire senza timori e i cittadini europei possano prendere decisioni informate, impegnarsi attivamente nei processi democratici e combattere la disinformazione.

Traduzione per InfoPal di Aisha T. Bravi