MEMO. Sembra che Facebook stia utilizzando una società fondata da veterani di un gruppo segreto di informazioni informatiche all’interno delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) per spiare gli utenti e distruggere la concorrenza. I dettagli sono stati riportati da Haaretz, che cita i risultati di una causa statunitense contro il gigante dei social media.
Lo scandalo coinvolge l’azienda israeliana Onavo, acquistata da Facebook nel 2013. La causa intentata pochi giorni fa dalla US Federal Trade Commission (FTC) afferma che la tecnologia di Onavo ha svolto un ruolo centrale negli sforzi di Facebook per contrastare i suoi concorrenti.
Descrivendo Onavo come una “società di sorveglianza degli utenti”, la FTC ha affermato che Facebook ha utilizzato l’azienda israeliana per conoscere le app rivali e determinare quale potrebbe essere una potenziale minaccia da neutralizzare prima che diventino troppo influenti. Sono state sollevate preoccupazioni su come Facebook ha proceduto a questo e vengono poste domande sulla sicurezza online e sul modo non regolamentato in cui vengono raccolti i dati.
Secondo Haaretz, nel 2018 la Apple ha rimosso Onavo Protect, un’app gratuita di “connessione sicura” che le persone potevano utilizzare durante l’utilizzo di Facebook, dal suo negozio online (App Store). È stato scoperto che l’app Onavo violava la politica sulla privacy di Apple, raccogliendo informazioni sugli utenti di iPhone e sul loro utilizzo online di app che non appartengono a Facebook.
Nello stesso anno, il parlamento britannico pubblicò documenti interni che mostravano che Facebook stava monitorando gli utenti come mezzo per trattare con potenziali rivali. I documenti includevano 200 pagine di corrispondenza e-mail datate dal 2012 al 2015, in cui funzionari d’alto livello di Facebook discutevano su come nascondere la capacità di Onavo di raccogliere informazioni su utenti inconsapevoli.
Haaretz ha rivelato che i proprietari di Onavo sono veterani dell’Unità d’intelligence cybernetica 8200, dell’IDF. Un rapporto del Financial Times descrive l’Unità 8200 come “un incubatore high-tech che forma alcuni dei giovani più intelligenti di Israele ma esclude efficacemente la minoranza araba – 20% della popolazione di Israele – poiché molto pochi fanno il servizio militare, che è obbligatorio per gli ebrei israeliani”.
Le reclute dell’unità “spiano tra i palestinesi che vivono sotto l’occupazione israeliana in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza”. Il rapporto del FT citava anche fonti israeliane che affermavano che i membri dell’unità usavano “tattiche di spionaggio coercitive” su palestinesi innocenti, per la raccolta di informazioni imbarazzanti sessuali, finanziarie o di altro tipo. Tali tattiche sono state paragonate a quelle della polizia segreta Stasi, nella Germania dell’Est. Secondo il FT, tutto ciò è stato uno shock per gli informatori dell’unità.
Il quotidiano statunitense TechCrunch ha riferito mercoledì che la Commissione australiana per la concorrenza ed i consumatori (ACCC) ha citato in giudizio Facebook per il suo utilizzo di Onavo nel 2016 e nel 2017, al fine di spiare gli utenti a fini commerciali. Commentando il ruolo svolto dall’azienda israeliana, il presidente dell’ACCC, Rod Sims, ha affermato che “attraverso Onavo Protect, Facebook raccoglieva ed utilizzava i dati molto dettagliati e preziosi dell’attività personale di migliaia di consumatori australiani per i propri scopi commerciali, che riteniamo siano completamente contrari alla promessa di protezione, segretezza e privacy che era al centro della divulgazione di quest’app da parte di Facebook”.