Gaza: in arrivo altro carburante dall’Egitto

Altro carburante sta per arrivare dai tunnel, afferma un membro della compagnia del gasolio.

Gaza City – Ma’an, Reuters. Muhammad al-Abadlah, membro della Società del gasolio di Gaza, ha affermato mercoledì che vi è stato un notevole miglioramento nei rifornimenti di carburante provenienti dall’Egitto.

Come ha dichiarato al-Abadlah a Ma’an, le scorte fatte arrivare attraverso i tunnel hanno infatti raggiunto una quantità compresa tra i 200mila e i 300mila litri al giorno, distribuiti fra tutti i distretti della Striscia.

Il prezzo di un litro di benzina è di 2,50 shekel mentre il diesel costa 2,49 shekel al litro [rispettivamente 0,52 e 0,50 €, ndr], secondo quanto riferito dal ministero delle Finanze di Gaza e dall’autorità generale per il petrolio.

Per quanto riguarda il carburante israeliano, il membro della compagnia del gasolio ha spiegato che vi sono delle società che ne acquistano alcune partite per utilizzarlo come rimpiazzo, ma che gli alti prezzi impediscono loro di comprarne grandi quantità.

Israele fornisce quotidianamente dalle 150 alle 200 tonnellate di gasolio per uso domestico, ha aggiunto.

Fin dall’inizio di febbraio, è in corso a Gaza una crisi che lascia gran parte della Striscia senza energia elettrica per diverse ore al giorno, e che ha avuto inizio con la decisione da parte dell’Egitto di tagliare i traffici di carburante contrabbandato attraverso una rete di tunnel sotto il confine con l’enclave territoriale.

I critici di Hamas [che amministra il territorio di Gaza, ndr] sostengono che il movimento ha fallito nel porre rimedio alla situazione: esso si sarebbe infatti affidato pesantemente al commercio illecito di carburante a buon mercato, invece di lavorare insieme all’Autorità nazionale palestinese (Anp) per assicurarsi un gettito fisso di carburante da altre fonti.

L’Anp, da parte sua, afferma di spendere più di 50 milioni di dollari al mese a una compagnia israeliana che rifornisce Gaza, ma aggiunge che Hamas rifiuta di pagare i soldi ricavati dalle bollette.

“Abbiamo chiesto più volte a Hamas d’inviare il denaro che raccoglie, di modo che possiamo continuare a fornir loro il carburante. Tuttavia, non ci viene mandato niente”, riferisce ‘Omar Kittanah, presidente dell’Autorità per l’Energia presso l’Anp.

Quest’ultima ammette però che nulla è destinato a cambiare rapidamente. Come succede per molti dei problemi che affliggono i politici palestinesi, il dibattito fra le due parti, anche in questo caso, si trova a un punto morto.

“Spendere gran parte del budget dell’Anp per la Striscia di Gaza è diventato ormai un’abitudine, e le cose non cambieranno tanto presto”, sono le parole del portavoce dell’Anp, Ghassan Khatib.