Giornata Internazionale per i Diritti Umani 2009.

Rassegna Stampa delle organizzazioni palestinesi per i diritti umani, rilasciata in occasione della Giornata Internazionale per i Diritti Umani 2009.  

9 dicembre 2009

Israele continua a negare i diritti umani fondamentali dei palestinesi

Il 10 dicembre, il mondo celebra il 61° anniversario della Giornata Internazionale per i Diritti Umani, in cui si commemora l’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR) da parte dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Quest’anno, la Giornata Internazionale per i Diritti Umani è dedicata alla non discriminazione, diritto enunciato – inter alia – nell’art. 1 della UDHR:

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Nonostante questo, a 61 anni dall’adozione della UDHR, Israele continua ad applicare politiche e pratiche palesemente discriminatorie e le violazioni dei diritti umani dei palestinesi hanno subito un’escalation.

Le continue violazioni perpetuate da Israele non sarebbero possibili senza la complicità o il supporto della comunità internazionale. A dimostrarlo, i recenti eventi legati al Rapporto Goldstone, il tacito consenso degli Stati o gli attivi sforzi di minare la premessa fondamentale della UDHR:

i diritti umani si applicano ugualmente ed universalmente. Gli Stati influenti – i quali pretendono di promuovere e garantire i diritti umani – ora concedono l’impunità ad Israele ora danno priorità ad un ‘processo di pace’ sulla base di considerazioni politiche, ignorando in tal modo, giustizia e  credibilità del principio di legalità. La stessa UDHR riconosce che “il riconoscimento di tale dignità e di uguali e inalienabili diritti, per tutti i membri del genere umano sono alla base di giustizia, giustizia e pace nel mondo”.  

L’anno 2009 ha avuto inizio con la devastante offensiva israeliana, durata 23 giorni, contro la Striscia di Gaza (‘Operazione Piombo Fuso’) dalla quale oltre 1,400 palestinesi – di cui la stragrande maggioranza civili – sono stati uccisi, e le infrastrutture della Striscia di Gaza sono state distrutte. Ad oggi Gaza continua a soffrire la crisi umanitaria a causa dell’incessante illegale blocco imposto da Israele rendendo – inter alia – impossibili ricostruzione e ripresa. Questa punizione collettiva colpisce 1,5 milione di cittadini di Gaza senza distinzione, aggravando la già terribile situazione dei diritti umani. Tra i più vulnerabili: rifugiati, donne, bambini ed anziani.

Durante il 2009 le illegali colonie israeliane già esistenti si sono estese sulla terra palestinese mentre ne sono state costruite altre ex novo. La confisca e l’annessione di terra palestinese è proseguita e si è intensificata a Gerusalemme Est. Nel 2004 la Corte Internazionale di Giustizia ha sancito che il Muro di Annessione rappresenta una violazione dei doveri che Israele ha di fronte la legge internazionale. Nonostante questo, Israele continua e, ad oggi, è stato costruito quasi il 58% del Muro di Annessione. Una volta completato, l’85% dei 723 km di Muro sarà in terra palestinese (nei Territori Palestinesi Occupati).  

Palestinesi rifugiati interni (‘IDPs’) e rifugiati sono la conseguenza di queste politiche e pratiche israeliane nei Territori Palestinesi Occupati. Quasi il 70% dei palestinesi è stato costretto a trasferirsi altrove senza possibilità per una soluzione duratura o un risarcimento.  

Come conseguenza delle sistematiche discriminazione, occupazione e colonizzazione attuate da Israele, le violazioni contro i diritti umani dei palestinesi sono aumentate: il diritto alla casa e alla proprietà, il diritto a non essere sottoposti a tortura o a punizioni o trattamenti disumani e degradanti, il diritto a muoversi liberamente, il diritto al ritorno e il diritto ad una soluzione giudiziaria. Al centro di queste violazioni c’è la negazione del diritto all’autodeterminazione dei palestinesi.  

Non si può permettere che la sistematica violazione dei diritti umani dei palestinesi prosegua ancora a lungo. In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani celebrata dalla comunità internazionale, noi, in qualità di organizzazioni non governative palestinesi, ricordiamo agli Stati membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite di mantenere il loro impegno quale quello di “realizzare, in cooperazione con le Nazioni Unite, la promozione del rispetto universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali” così come sancito dalla  UDHR.

Le violazioni dei Diritti Umani continueranno fino a quando sarà permesso ad Israele di agire in qualità di Stato al di sopra della legge. La comunità internazionale deve compiere sforzi tangibili per combattere l’impunità e garantire i diritti delle vittime, tra cui l’attuazione delle raccomandazioni del Rapporto Goldstone e l’Opinione Consultiva sul Muro emessa dalla Corte Internazionale di Giustizia. Inoltre, si devono esercitare pressioni internazionali su Israele affinché questo rispetti l’integrità territoriale dei Territori Palestinesi Occupati, compresa Gerusalemme Est, ponga fine alla confisca e all’annessione illegali di terra palestinese, rimuova le illegali colonie israeliane e risarcisca le vittime palestinesi tra cui profughi e rifugiati interni (IDPs). Infine, l’occupazione israeliana, alla base delle violazioni dei diritti umani, deve finire, così come richiesto dalla legge internazionale.

Senza diritti umani e principio di legalità non ci può essere giustizia, senza giustizia non ci può essere pace.

* Al-Haq * Al-Mezan * DCI – Palestine Section * Al-Dameer * Arab Association for Human Rights * Badil * Addameer * ENSAN Center * Jerusalem Legal Aid Center *Palestine Solidarity Committee – South Africa * Palestinian Centre for Human Rights * Ramallah Center for Human Rights Studies * Women’s Centre for Legal Aid and Counseling

Traduzione per Infopal di Elisa Gennaro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.