Gli attivisti per i diritti chiedono la fine della repressione di Al Khalifa a Bahrein.

PressTv. Il 13 dicembre scorso, gli attivisti per i diritti umani hanno invocato la fine immediata della pesante repressione in corso contro i pacifici manifestanti in Bahrain.

Durante una riunione svoltasi nella capitale libanese, Beirut, i partecipanti hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo le evidenti violazioni dei diritti umani nel regno del Golfo Persico, e la brutale repressione da parte del regime degli Al Khalifa.

“Il regime sta facendo uso eccessivo di gas lacrimogeni, gettandoli anche nelle case per punire collettivamente i gruppi di manifestanti. Hanno colpito i cittadini che protestavano con pallottole da caccia, e hanno anche torturato medici, giornalisti, e perfino i bambini delle scuole. Queste violazioni dei diritti umani sono dilaganti, e preoccupanti.

Per ciò che riguarda l’Occidente, è preoccupante che gli Stati Uniti continuino a sostenere questo regime”, ha detto Amber Lyon, ex corrispondente della CNN e ospite della conferenza.

E ha aggiunto: “Il problema principale da discutere, qui, è un modo per unire tutti – le associazioni per i diritti umani, i giornalisti, i medici di tutto il mondo e i politici al fine di coalizzarli in un gruppo che sia in grado di trovare delle soluzioni.

“Il problema più grande che sta affrontando il Bahrain, ritengo, è l’incapacità della gente di comunicare di persona, perché non ci è permesso di andare là. In quanto giornalista, sono stata inclusa nella lista nera. Mi è stato negato il visto. Quindi, è molto difficile per tutti noi emergere come gruppo e discutere le possibili soluzioni. Questa conferenza ce ne offre l’opportunità e la speranza”, ha aggiunto Lyon.

La rivoluzione del Bahrain è iniziata a metà febbraio 2011, quando il popolo, ispirato dalle rivoluzioni popolari che hanno rovesciato i dittatori di Tunisia ed Egitto, e ha cominciato a organizzare manifestazioni di massa.

Il governo di Bahrain ha prontamente avviato una brutale repressione contro le proteste pacifiche e ha chiamato le forze guidate dell’Arabia per aiutarlo a sedare i disordini.

Nella repressione sono state uccise decine di persone, e le forze di sicurezza del Bahrain ne hanno arrestate a centinaia, tra cui medici e infermieri accusati di curare i manifestanti feriti.

Un rapporto pubblicato dalla Commissione indipendente d’inchiesta del Bahrain, nel novembre 2011, ha rilevato che il regime di Al Khalifa ha fatto uso di forza eccessiva nella repressione e ha accusato Manama di aver torturato attivisti, politici e manifestanti.

I manifestanti dicono che continueranno a svolgere manifestazioni contro il regime fino a quando la loro richiesta per la costituzione di un governo eletto in maniera democratica sarà soddisfatta.

Traduzione per InfoPal a cura di Claudia Pisello