Immagino che tali affermazioni possano suscitare reazioni di sdegno e scandalo tra i lettori, nella misura in cui rivelano una raccapricciante realtà, quella di un sistema economico rapace e criminale, articolato ed esteso su scala globale, un mostruoso apparato capitalistico-finanziario costruito su metodi scientifici di sfruttamento, di rapina e di estorsione, attuati a livello planetario.
Questo nuovo ordine mondiale permette a speculatori totalmente privi di scrupoli, di approfittare anche e soprattutto dei più atroci delitti e delle peggiori nefandezze come lattentato commesso a New York nel settembre 2001 -, per accumulare colossali fortune economiche, per rimpinguare i proventi capitalistici di pochi, potentissimi detentori delle ricchezze mondiali, depositari del dominio sulleconomia imperiale planetaria, e perciò padroni del destino di tutti i popoli della Terra, un pianeta abitato da oltre sei miliardi di esseri umani, i due terzi dei quali vivono molto al di sotto della soglia della povertà, in particolare quasi due miliardi di individui si trovano al limite estremo della povertà, sopravvivendo a stento con meno di un euro al giorno.
Tale assetto del potere economico-politico strutturato su scala globale, favorisce quindi una crescente concentrazione delle ricchezze, nonché del controllo e delle decisioni politiche internazionali, nelle mani di minoranze sempre più ristrette, sempre più avide e corrotte, sempre più criminali e prepotenti, capaci di estorcere con la violenza, più o meno legale vedi il caso Iraq -, le risorse materiali ed umane appartenenti ai popoli della Terra, ossia a miliardi di persone, e capaci di sottrarre, con linganno e lastuzia, i risparmi di milioni e milioni di piccoli investitori e di semplici lavoratori in tutto il mondo, condannandoli alla fame ed alla miseria. In altri termini, questo nuovo ordine globale è costruito in modo tale da accrescere nel tempo le già gravissime sperequazioni e disuguaglianze sociali e materiali oggi esistenti, approfondendo il divario a forbice tra ricche minoranze sempre più ricche e potenti, da un lato, e dallaltro masse sempre più estese di poveri, destinate ad impoverirsi e disumanizzarsi sempre di più.
Con lavvento della cosiddetta globalizzazione economica, ossia con lascesa e lespansione a livello mondiale del mercato capitalistico, si è storicamente determinato un metodo di distribuzione delle ricchezze planetarie sempre più iniquo, irrazionale ed intollerabile per la stragrande maggioranza delle donne e degli uomini della Terra, con conseguenze e costi inimmaginabili per lequilibrio e la distensione mondiali, vista anche la tendenza demografica di natura esplosiva e destabilizzante che si registra nella realtà abnorme di continenti come lAfrica e lAsia.
Sulla base del ragionamento fin qui sostenuto, si può senza dubbio asserire che con latto terroristico e criminale dell11 settembre 2001, non abbiano nulla a che spartire, né la causa arabo-palestinese, né le rivendicazioni dei diseredati della Terra, né il fondamentalismo religioso di matrice islamica, né lantiamericanismo ideologico, né altre ragioni che sono senzaltro più nobili, bensì soltanto il folle e spietato cinismo degli affari, larroganza e la perversione di un sistema economico privo di moralità e di ideali, lavidità e la voracità di un capitalismo mondiale scevro di umanità e sprovvisto di un minimo di razionalità etica, mosso esclusivamente da una logica ferrea e feroce costituita dalle ragioni del profitto e del business finanziario.
Si pensi, ad esempio, alla guerra in Iraq e alle sue cause, siano esse ipotetiche, reali o dichiarate. In quella tragica vicenda, la principale colpa di Saddam Hussein non è stata tanto quella di essere un dittatore feroce e sanguinario, come veniva sbandierato dalla propaganda bellicista anglo-americana e come in effetti egli è stato, bensì quella di aver convertito in euro, allincirca cinque anni fa, ingenti riserve statali di petrodollari, un reato assolutamente grave ed imperdonabile per i padroni ( pochi ) e per i servi (tantissimi ) dellImpero monetario del dollaro statunitense, il cui primato, quando viene meno la spinta motrice delleconomia e della politica, viene sorretto e rilanciato da una devastante forza militare!
Inoltre, non sono da sottovalutare le ragioni connesse al controllo e al possesso delle risorse petrolifere e di altre preziose materie prime di cui lIraq è uno dei principali paesi produttori, nonché lenorme importanza che lIraq riveste per la sua centralità territoriale in unarea strategicamente essenziale come quella del Golfo Persico, tra il Medio Oriente e lAsia centro-orientale. Per molti anni il regime tirannico di Saddam ha costituito un fedele bastione delloccidente a presidio di unarea che nel lontano 1979 fu destabilizzata dalla rivoluzione khomeinista, esercitando un ruolo funzionale agli obiettivi economico-politici nordamericani.
Infatti, non si può fingere di non sapere che Saddam è stato il principale alleato degli interessi imperiali statunitensi ed un ottimo socio in affari della Casa Bianca, visto che è più facile stringere patti scellerati e stipulare intese economico-politiche di un certo tipo, ossia poco pulite e poco lecite, con i regimi dittatoriali anziché con governi più democratici.
Purtroppo per Saddam Hussein, quellamicizia e quel sodalizio sono definitivamente crollati allorquando il famigerato dittatore ha firmato un accordo per la fornitura di greggio iracheno che, non dimentichiamolo, è il meno caro del mondo, se si pensa che un litro di benzina in Iraq costa appena 10 lire! a favore della Francia, della Russia e della Cina, e dallintesa sono rimasti esclusi proprio gli U.S.A., i quali si sono prontamente vendicati, da padroni del mondo come essi si proclamano e come pretendono di essere considerati.
In effetti, proprio dal momento in cui il primato economico-militare nordamericano si è imposto rapidamente su scala planetaria, grazie soprattutto al crollo del muro di Berlino e del Patto di Varsavia, incentrato sul predominio sovietico, ovvero dal 1989 in poi, la crescente preponderanza delleconomia sulla politica e sulle altre dimensioni della vita sociale degli uomini, ha convinto gli stessi fautori e teorici della globalizzazione ad impossessarsi degli strumenti di analisi e di indagine scientifica che erano propri del pensiero marxista, allo scopo di comprendere e controllare meglio i processi e le dinamiche, sempre più vaste e complesse, di uneconomia di mercato che si espande e si afferma con velocità vertiginosa a livello globale.
Oggi, nessuna persona dotata di buon senso e di onestà intellettuale, può dunque negare lignominiosa evidenza di un mondo sempre più dominato da pochi operatori finanziari in grado di determinare, o quantomeno di condizionare, in maniera abietta e scellerata, le scelte politiche fondamentali per il destino dellintera umanità.
Lucio Garofalo
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