Guerra israeliana contro l’educazione: gli studenti di Gaza sono alle prese con un futuro incerto

Gaza – Quds News. Per Dina Adwan, una studentessa di 21 anni, la speranza di completare gli studi e di ottenere una laurea quest’anno è svanita a causa dell’attacco israeliano in corso su Gaza per il quarto mese consecutivo.

La guerra ha preso di mira tutto, comprese le strutture e il personale educativo, causando perdite di vite umane, feriti e distruzioni enormi.

Per settimane Dina, che stava per laurearsi in Tecnologia dell’informazione applicata all’Università al-Aqsa della città di Gaza – una delle università devastate dagli attacchi aerei israeliani – ha dovuto affrontare l’incertezza del suo futuro.

Oggi si descrive come “più realista”: “In questa guerra folle, tutto ciò che spero è la sicurezza mia, della mia famiglia e dei miei cari”.

Dina, un tempo promettente studentessa, ha continuato a studiare da sola durante le prime settimane del conflitto. Tuttavia, le sue aspirazioni si sono sgretolate quando la possibilità di riprendere gli studi è diventata remota. Si è lamentata: “In questi giorni avremmo dovuto sostenere gli esami finali del primo semestre”.

Quando il 7 ottobre è scoppiata la guerra, le università avevano appena riaperto i battenti. Dina riflette: “La guerra ha consumato un anno della mia vita e ha distrutto i miei piani futuri per l’istruzione superiore. Ma mi considero fortunata ad essere viva, perché molti dei miei colleghi e amici universitari sono stati uccisi. Anche il rettore della nostra università, Khaled Sharif, è stato ucciso insieme a tutta la sua famiglia”.

Dina, che spiccava tra i suoi coetanei, aspirava a ottenere una borsa di studio d’eccellenza, per diventare assistente all’università e, infine, a richiedere una borsa di studio al governo turco, seguendo le orme della sorella maggiore, Ahd.

“Ora tutto questo è sospeso, ma per quanto tempo? Nessuno lo sa. Questa guerra sembra infinita e il nostro futuro educativo è incerto. Non pensiamo più a niente oltre alla sopravvivenza”, aggiunge.

Prospettive oscure.

Ahmed Lafi, direttore del settore educazione nella città di Rafah, condivide le sue preoccupazioni sul futuro dell’istruzione nell’enclave devastata dalla guerra, sottolineando il quadro desolante. “Nessuno può prevedere il futuro di questo processo educativo fino a quando la guerra non cesserà completamente, e anche in quel caso le conseguenze sono imprevedibili”.

Lafi sottolinea le difficoltà incontrate dagli studenti che si preparano agli esami unificati in tutta Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme. Ritiene che gli studenti che hanno frequentato la scuola solo per un mese stiano affrontando un futuro sconosciuto.

Il pericolo si estende agli studenti delle scuole superiori che hanno avuto appena un mese di apprendimento di persona. Lafi ritiene che gli scenari disponibili per salvare il processo educativo, compresa la Didattica a Distanza, siano estremamente complessi, data l’ampia distruzione delle case, la mancanza di energia elettrica e il deterioramento dei servizi di comunicazione e di Internet.

Un obiettivo sistematico.

Secondo il ministero dell’Istruzione, fino alla mattina di sabato scorso, 4.327 studenti sono stati uccisi, 7.819 feriti, 231 insegnanti e amministratori sono stati uccisi e 756 feriti. Inoltre, 281 scuole governative e 65 scuole dell’UNRWA sono state completamente o parzialmente distrutte.

L’Euro-Med Monitor sui diritti umani ha documentato che Israele ha preso di mira intenzionalmente il 90% degli edifici scolastici governativi, causando danni diretti e indiretti. Inoltre, 133 scuole governative sono state utilizzate come rifugi.

L’UNRWA riferisce che 151 dei suoi dipendenti sono stati uccisi dall’inizio della guerra e 1,9 milioni di sfollati risiedono in 154 rifugi affiliati all’UNRWA, la maggior parte dei quali sono scuole.

Il bersaglio dell’istruzione a Gaza, con il suo personale, le sue strutture e le sue infrastrutture al centro, è classificato dalle organizzazioni per i diritti umani come bersaglio sistematico.

Rami Abdo, responsabile dell’Euro-Med Monitor, osserva che gli accademici presi di mira sono sparsi in vari campi del sapere e rappresentano i centri accademici delle università di Gaza. Secondo le stime, ci vorranno anni prima che le università possano riprendere gli studi in un ambiente completamente devastato.

La documentazione di Euro-Med Monitor conferma che l’esercito israeliano sta commettendo una distruzione sistematica e diffusa di tutte le università.

Distruzione deliberata.

La prima fase degli attacchi ha preso di mira gli edifici dell’Università islamica e dell’Università al-Azhar, estendendosi ad altre università. Alcune sono state convertite in caserme militari e successivamente demolite dopo essere state trasformate in centri di detenzione temporanea, come nel caso dell’Università islamica nel sud della città di Gaza.

Un video, pubblicato dai media israeliani il 17 gennaio, ha documentato la demolizione dell’università dopo 70 giorni di conversione in base militare e centro di detenzione temporanea.

Rami Abdo afferma che la distruzione estesa e intenzionale di beni culturali e storici, come università, scuole, biblioteche e centri di archiviazione, da parte di Israele, è in linea con la sua politica pubblica di rendere Gaza “inabitabile” e di creare un ambiente coercitivo privo di servizi vitali di base, costringendo potenzialmente i residenti all’emigrazione.

Salah Abdel Ati, capo della Commissione internazionale per il sostegno dei diritti del popolo palestinese (ICSPR), afferma che la guerra israeliana ha privato circa 608 mila studenti del loro diritto all’istruzione scolastica e ha bloccato i progressi accademici di 90 mila studenti universitari.

Le statistiche dell’ICSPR indicano che più di 4 mila studenti, tra cui 438 universitari, sono stati uccisi e altre migliaia sono rimasti feriti. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, le perdite nel settore dell’istruzione dovute alle distruzioni superano i 720 milioni di dollari e riguardano il 70% delle scuole e delle università.

Abdel Ati aggiunge che l’attacco israeliano all’istruzione ha colpito quasi 395 edifici scolastici, compresi tutti gli edifici universitari e le sedi centrali che hanno subito una distruzione totale o parziale. Questo include anche la distruzione di strutture culturali, biblioteche e tipografie.

Concorda con il responsabile dell’Euro-Med Monitor che l’obiettivo di Israele è “impoverire e rendere Gaza un’area inabitabile, spingendo i suoi residenti verso la migrazione, distruggendo le infrastrutture, le istituzioni educative, le strutture sanitarie e tutti gli aspetti della vita”.

Traduzione per InfoPal di F.H.L.