Haaretz: ‘La posizione di Hamas si rafforza. Egitto, Arabia Saudita e Giordania contro le elezione anticipate’.

Ieri, il giornale Haaretz ha scritto che l’invito ufficioso che re Abdallah ha rivolto al premier palestinese Ismail Haniyah e al presidente Mahmoud Abbas a recarsi in Giordania per risolvere il problema dei conflitti interpalestinesi, è un segnale del timore che la violenza tra Al-Fatah e Hamas possa dilagare da Gaza in Cisgiordania e poi a Amman.

Il giornale spiega che Giordania, Siria, Egitto, Arabia Saudita, e anche Ayman Al-Zawahiri di Al-Qaeda si oppongono con Hamas alle elezioni anticipate.

Secondo Haaretz, la posizione dell’Egitto è basata sulla paura del deterioramento violento che sta precedendo le elezioni. Ecco perché il paese sta svolgendo il ruolo di mediatore politico tra le fazioni e tra l’autorità palestinese e Israele.

L’Egitto guarda, secondo il giornale, alla formazione di un governo di unità nazionale che permetta di togliere l’assedio internazionale e arabo.

Secondo Haaretz, anche la Siria appoggia un governo di unità nazionale palestinese perché questo le permetterebbe di controllare la situazione attraverso la dirigenza di Hamas che vive a Damasco, e attraverso Al-Fatah, con cui si è rappacificata un anno fa.

Tutti questi paesi temono che Al-Fatah possa perdere, oltre ai seggi al Parlamento, pure la presidenza: verrebbe così a mancare l’unico uomo di collegamento con l’attività politica, cioè, il presidente palestinese, e la formazione di un governo palestinese accettato dal mondo.

Haaretz ha sottolineato che i paesi arabi, compresa l’Arabia Saudita, temono che le elezioni possano rafforzare la pozione di Hamas, oltre che portarla alla vittoria. Tale opposizione da parte dei stati arabi dà a Hamas da supporre che essi cercheranno di far interrompere il boicottaggio contro l’autorità nazionale palestinese, anche se non esistono segnali reali in tal senso.  

La supposizione di Hamas si basa su questo ragionamento: "I fratelli arabi non potranno ancora a lungo tempo guardare la sofferenza dei palestinesi senza rompere l’assedio, a maggior ragione con l’emergere dell’Iran, che è loro concorrente, come sostenitore di Hamas”.

Il quotidiano israeliano aggiunge che Hamas ha in mano due carte per trattare con Israele e con Al-Fatah: una legata alla tregua, che è controllata da Hamas e che potrà essere violata in ogni momento; l’altra, è rappresentata dalla liberazione dei prigionieri che garantirà il rilascio del soldato Jilad Shalit. Su questo è Hamas che decide e non Fatah.

Le due carte danno a Hamas la forza di tracciare la linea politica dell’Autorità palestinese.

 

 

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