Human rights watch: Onu preoccupata per la chiusura di un’associazione di beneficenza a Gaza

Gaza City – Ma'an. Quasi una settimana dopo che i funzionari di Hamas nella Striscia di Gaza hanno chiuso le porte dello Sharek youth forum (Syf), associazione che assiste bambini e adolescenti nella regione assediata, l'Onu e l'Ong internazionale Human Rights Watch (Hrw) hanno pubblicato delle dichiarazioni in cui chiedono la riapertura dell'istituzione e condannano la scelta di Hamas.

Una delle dichiarazioni è giunta ieri da Wilfried Lemke, consigliere speciale sullo Sport e lo sviluppo del segretario generale dell'Onu, che ha definito l'Syf un “importante partner attuatore” di progetti Onu quali i Giochi estivi, i quali videro i ragazzi di Gaza organizzarsi per battere due record mondiali.

I campi dove si svolgono gli allenamenti conobbero però due tentativi d'incendio doloso, da attribuire con ogni probabilità a Hamas o ad altri gruppi islamici della Striscia di Gaza, come venne sostenuto. Nella regione vi è infatti un rapporto di concorrenza fra i campi dell'Onu e quelli dei gruppi di resistenza, che si concentrano sulle arti marziali e sulla memorizzazione del Corano.

L'Syf – che aveva sedi a Gaza City, Jabaliya, Khan Yunis e Rafah – fornisce anche sostegno psicosociale e professionale ai minori, oltre a organizzare dei programmi di formazione. Tutte le sedi sono però state chiuse lo scorso 30 novembre in seguito a un ordine della polizia, che stabiliva la chiusura temporanea dell'associazione fino al termine di alcune indagini.

Come hanno infatti spiegato i membri dello youth forum a Hrw, gli uomini della sicurezza di Hamas hanno riferito che quattro dei loro colleghi si trovavano sotto inchiesta, senza peraltro fornire né i loro nomi né i dettagli dei reati di cui erano sospettati, e senza spiegare perché questo giustificherebbe la chiusura dell'organizzazione in tutta la regione.

Secondo Sarah Leah Whitson, direttore di Hrw per il Medio Oriente, un simile gesto “è solo l'ultima dimostrazione della vena autoritaria del movimento di Hamas”, il quale “si vanta di essere stato democraticamente eletto, ma non si sta comportando da governo democratico che rispetta la società civile”.

Sufian Mushaha, membro del consiglio di amministrazione dell'Syf, ha riferito a Hrw che fin da ottobre, “i servizi di sicurezza interni di Hamas hanno più volte convocato e interrogato direttori e membri dello staff, chiedendo perché permettiamo ai ragazzi e alle ragazze di giocare insieme, perché alcune delle nostre impiegate e studentesse non indossano l'hijab, e facendo talvolta delle domande insultanti, come ad esempio perché 'desideriamo' le nostre colleghe”.

L'Hrw riporta quindi che gli avvocati dell'Syf si sono recati dal ministero dell'Interno e dal procuratore generale fin dalla chiusura, allo scopo di ottenere l'elenco di accuse e di persone coinvolte; tuttavia, non è stata fornita loro alcuna informazione.

(Foto: Maan)

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