Il Centro studi sui prigionieri: 'La campagna condotta dalla famiglia di Shalit è scorretta e ingiusta di fronte le migliaia di detenuti palestinesi'

Gaza – Pal-Info, Women for Palestine. Il Centro studi sui prigionieri 'al-Ahrar' (Liberi) pone l'attenzione sulla campagna della famiglia del soldato israeliano, Gilad Shalit, sequestrato nel 2006 dalla resistenza palestinese nella Striscia di Gaza. 

I familiari di Shalit hanno innescato una campagna a livello internazionale per la liberazione del figlio e di pressione sul governo israeliano. 

Il Centro richiama famiglie dei detenuti palestinesi e organizzazioni per i diritti umani affinché si intraprendano azioni coese in risposta alla propaganda della parte israeliana. 

Tra le parti chiamate in causa da al-Ahrar, anche l'Autorità Nazionale Palestinese (Anp) e il Consiglio Legislativo Palestinese (Clp) per lanciare una campagna nazionale congiunta d'effetto rivolta alla liberazione di detenuti e prigionieri palestinesi. 

'La campagna condotta dalla famiglia di Shalit è scorretta e – per l'ennesima volta – un'ingiustizia di fronte la realtà che vede migliaia di detenuti e prigionieri palestinesi ostaggio nelle carceri di Israele'. 

Tra le richieste di al-Ahrar, vi è pure l'esortazione a stilare una nuova legge palestinese che interdica qualunque negoziato di pace in presenza dell'indifferenza israeliana sulla questione dei prigionieri palestinesi. 'Le violazioni contro i detenuti palestinesi hanno raggiunto livelli senza precedenti'. 

Nella Striscia di Gaza, le donne del blocco islamico, di concerto con 'Abd al-Nasser Farawna, ex detenuto e attualmente direttore del dipartimento di Statistica per gli affari dei prigionieri, hanno elogiato la riuscita di una manifestazione – una settimana fa a Gaza – in memoria dei detenuti palestinesi. 

La marcia si era ritrovata al valico di Eretz e aveva ricevuto l'adesione di cittadini palestinesi di ogni schieramento politico. 

Sulla base della numerosa presenza all'evento, Farawne, ha auspicato l'unità nazionale e il dialogo tra Fatah ed Hamas a partire dalla delicata questione dei prigionieri. 

“D'ora in poi, dovrà concretizzarsi una campagna per i nostri prigionieri e le iniziative riguarderanno ogni parte civile e politica ma soprattutto si dovrà attirare l'attenzione pubblica con frequenti iniziative di solidarietà”, sostiene Farawne.           

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.