Il Sud Africa afferma che l’attacco israeliano a Gaza sfida l’ICJ

Gaza. Il ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandor martedì ha accusato Israele di aver creato un precedente sfidando le decisioni della Corte internazionale di giustizia (ICJ), la più alta corte delle Nazioni Unite nota anche come Tribunale mondiale, e ha insistito ancora una volta sul fatto che Gaza sta assistendo a una deliberata campagna di “morte per fame”.

Il Sud Africa ha portato Israele davanti alla Corte internazionale di giustizia a dicembre, accusandolo di aver commesso un genocidio nell’offensiva militare che conduce da ottobre. La mossa di Pretoria ha irritato Israele ed è stata condannata dagli Stati Uniti.

Pandor ha sottolineato che Israele ha sfidato la sentenza dell’ICJ di gennaio, che ordinava allo Stato di occupazione di fare tutto il possibile per evitare il genocidio.

All’inizio di questo mese, Pretoria ha chiesto all’ICJ di imporre “misure provvisorie” per porre fine alla “fame diffusa” che si sta verificando a seguito dell’attacco militare di Israele a Gaza.

Pandor ha rilasciato le sue dichiarazioni in occasione di un simposio presso il Carnegie Endowment for International Peace durante una visita a Washington. “Le misure provvisorie sono state completamente ignorate da Israele”, ha avvertito. “Stiamo assistendo alla fame di massa e alla carestia sotto i nostri occhi. Penso che noi, come umanità, dobbiamo guardare a noi stessi con orrore e sgomento ed essere davvero preoccupati di aver dato l’esempio”.

Il ministro ha osservato che le azioni di Israele possono essere interpretate da altre nazioni come una licenza per fare ciò che vogliono e non saranno fermate.

Ha aggiunto che la democrazia sudafricana post-Apartheid, nel rivolgersi alle istituzioni internazionali su questo tema, sta “semplicemente mettendo in pratica ciò che ci viene predicato ogni giorno” dall’Occidente. “La Corte internazionale di giustizia non è stata rispettata”.

Il Sud Africa ha nuovamente presentato una petizione alla Corte dell’Aja per ordinare a Israele di prendere provvedimenti per fermare la “fame diffusa” dovuta all’attacco a Gaza.

Israele ha denunciato la petizione, definendola arrogantemente “moralmente ripugnante” e sottolineando le iniziative che sta adottando, tra cui la sospensione dell’aggressione per motivi umanitari.

Una valutazione della sicurezza alimentare sostenuta dalle Nazioni Unite ha rilevato che Gaza rischia una carestia imminente, con circa 1,1 milioni di persone, ovvero quasi la metà della popolazione, che soffre di una fame “catastrofica”.

(Fonti: MEMO e Quds News).